A cura di Maria Cristina Mirabello
Fra i primi provvedimenti presi dal colonnello Fontana dopo la costituzione del Comando Unico c’è quello di organizzare appunto il S.I.M., un servizio che, come altri (Intendenza, Polizia, successivamente istituite), manca e di cui si sente la necessità. Tale obiettivo viene fortemente perseguito, specie dopo il rovinoso rastrellamento del 3 agosto 1944, nel quadro della forte e non indolore riorganizzazione delle forze della Resistenza spezzine voluta dal CLNp e dal colonnello Fontana.
L’obiettivo che si propone Fontana è quello di sapere sempre dove è il nemico, che cosa fa, la sua entità numerica e qualitativa, a quali reparti appartiene, di quali mezzi di offesa e difesa dispone, dove ha i magazzini, qual è il suo morale, quali informazioni possiede, quanti e quali trasporti avvengono per ferrovia e per le strade della Cisa e Aurelia da La Spezia verso Parma e Genova (e viceversa), avendo possibilmente un rapporto quotidiano sulle operazioni militari partigiane e sulla loro efficacia.
A capo del S.I.M. della IV Zona Operativa è Ezio Giovannoni (“Ezio I°”): sfollato dopo l’8 settembre 1943 a L’Ago di Borghetto Vara ha contribuito attivamente a raccogliere armi e informazioni fra Carrodano e Borghetto Vara. Salito in montagna a febbraio-marzo 1944 nel gruppo di “Giustizia e Libertà” di Torpiana (v. per un approfondimento…), da un lato ha assunto incarichi sempre più rilevanti in G.L., passando da Ufficiale Ispettore di Brigata a Commissario del Battaglione “Val di Vara” (fine ottobre 1944), ma si è anche interessato sempre più ai servizi informativi in cui, date le sue personali attitudini e capacità, assume un ruolo primario, tanto da esserne nominato responsabile.
Ogni agente è contrassegnato da una sigla nota soltanto al Comandante del S.I.M e al colonnello Fontana, sigla estremamente scarna, quindi scelta evitando accuratamente nomi troppo romantici e/o di fantasia.
Nel mese di novembre 1944 la rete del S.I.M, in cui risulta maggioritaria la presenza del Partito di Azione e di Giustizia e Libertà, è completa ed efficiente, essendosi provveduto a dividere la IV Zona in settori ed avendo a disposizione in ognuno di essi degli informatori, collaterale al S.I.M. c’è comunque anche una rete informativa del C.N.L.p. [1]
L’area di competenza del S.I.M. va dal passo della Cisa lungo il Magra fino alla Spezia, Cinque Terre spingendosi fino alle porte di Sestri Levante e al passo di Centocroci, Gottero, alta valle del Taro ed è quindi più o meno coincidente con la IV Zona.
Le notizie affluiscono al S.I.M. dalle varie organizzazioni e gruppi presenti sul territorio, nonché da singoli uomini e donne (queste ultime particolarmente attive ed efficienti) che quotidianamente rischiano la vita per espletare il delicato compito informativo. Molti sono anche gli infiltrati negli enti ed uffici statali della neonata R.S.I., nella G.N.R. e perfino nella Xa M.A.S.: trovandosi in posizioni particolarmente atte a raccogliere informazioni, le comunicano tramite vari collegamenti, orali, scritti e perfino telefonici. Ad esempio, con la complicità di impiegati, tecnici, dipendenti, guardiani è possibile fruire delle linee telefoniche e telegrafiche, specie a Sasseta di Zignago.
Le notizie necessitano però di un vaglio attento, anche perché esse vengono fatte pervenire agli Alleati tramite una Missione della V Armata in IV Zona, costituita all’inizio da due persone: “Cesare” (capo Missione) e “Liberta” (quest’ultimo radiotelegrafista) che vivono in due luoghi diversi nella zona di Zignago, il primo in genere a Torpiana e il secondo a Valgiuncata, collegati da un ex carabiniere meridionale denominato “Francese”. “Liberta” provvede insieme a “Cesare” alla codificazione e poi alla trasmissione dati, in orari stabiliti, due volte al giorno, ma “Cesare” (il cui cadavere sarà trovato molti mesi dopo alla vigilia della Liberazione) il 2 novembre 1944 sparisce misteriosamente, in un quadro problematico da decifrare. Immediatamente dopo i primi giorni si fa strada la convinzione che egli sia stato ucciso, probabilmente addirittura per un regolamento di conti dentro la Missione stessa. Il Comando deve provvedere a riempire il vuoto lasciato da “Cesare”: lo fa attraverso “Ezio I°” e saltuariamente attraverso Cesare Godano e Tonino Celle, arrivando a chiedere in modo riservato agli Alleati l’invio di altro personale. [2]
Sulla fine dell’anno 1944 il Comando di Divisione avverte tutti i comandi che, per snellire il Servizio delle informazioni militari, gli agenti capi-zona informatori devono appoggiarsi alla formazione più vicina, scrivendo sulla busta contenente notizie “Servizio S.I.M.” e che quindi le formazioni sono tenute a inviare al Comando di Divisione i plichi con celerità. Nel caso di dicitura “Urgente” il recapito deve avvenire a ogni costo, anche di notte. Ogni formazione deve inoltre segnare sul retro della busta l’ora di ricezione e spedizione, fornendo, nel caso di documenti di grande importanza, una scorta di uomini al corriere.
Nel mese di gennaio 1945 il S.I.M possiede così due reti informative indipendenti l’una dall’altra per evitare errori e non lasciare, in caso di arresti, scoperte delle zone.
Il buon funzionamento di esso risulta chiaramente quando c’è il rastrellamento del 20 gennaio 1945, una delle operazioni più massicce effettuate dai nazi-fascisti alle spalle della Linea Gotica, preavvisato tempestivamente dal S.I.M. e quindi affrontato con un piano efficace e complessivo da parte del Comando IV Zona (v. per un approfondimento).
L’importanza delle notizie di cui il Servizio dispone, ma anche la necessità di valutarle con cura per passarle al radiotelegrafista che deve trasmetterle agli Alleati, rende necessaria l’istituzione, oltre al primario vaglio riservato al Comandante IV Zona e a Ezio Giovannoni, di una ulteriore super- revisione di esse: da febbraio in poi viene deputato a ciò Enrico Giaume “Rude”, ufficiale della Marina Militare.
A marzo il S.I.M. continua a svolgere la sua intensa attività, in cui troviamo anche il controspionaggio, la segnalazione di pericolose spie, delatori, esponenti militari, compresi gli ordini eventuali di eliminarli, e il suo comandante, Ezio Giovannoni, sta un po’ presso il Comando di Zona e un po’ presso quello di Divisione.
Efficiente risulta il funzionamento S.I.M. ad aprile, quando ad esempio, sulla base delle informazioni pervenute, si sconsiglia la sfortunata azione su Pontremoli voluta invece fortemente dagli Alleati e dal loro rappresentante in IV Zona, maggiore Henderson (v. a tale proposito la parte finale della Scheda “Matteotti-Picelli”).
In vista del balzo finale che porta alla Liberazione il 12 aprile 1945 il S.I.M. risulta sistemato presso il Comando Ia Divisione Liguria-Picchiara a Sasseta (Zignago) [3] e si presuppone segua gli spostamenti di esso.
Il S.I.M. ha anche costruito nel corso dei mesi un rilevante Archivio che tuttavia, nell’imminenza della Liberazione, si ritiene opportuno distruggere quasi totalmente: questo per evitare che operazioni estremamente delicate e complesse, comunque da inquadrare sempre nel momento dell’effettuazione e della rete comunicativa (comprese le eventuali difficoltà di essa) con gli Alleati, possano essere distorte o usate strumentalmente.
Fonti
- Archivio storico ISR La Spezia, Fondo I- Attività Militare
I.1 Serie Comando IV Zona Operativa passim
I.2 Serie Comando I Divisione Liguria passim
- Archivio storico ISR La Spezia, Fondo II. Attività Militare Bis
II.3 Serie Comando I Divisione Liguria passim
II.5 Serie Comando Battaglione Val di Vara passim
II.7 Serie Comando Brigata Garibaldi Antonio Gramsci passim
II.8 Serie Comando Battaglione Maccione passim
II.9 Serie Comando Brigata Garibaldi Melchiorre Vanni passim
II.11 Serie Comando Brigata Costiera passim
- Giovannoni, Ezio, L’organizzazione del Servizio Informazioni Militari (S.I.M) p.45 e segg. In La Spezia Rivista del Comune- Ristampa del n.4-6 del luglio-dicembre 1955 in occasione della riunione straordinaria del Consiglio Comunale del 13 Novembre 1971 sul tema “Continuità della Resistenza nella società civile”
- Bollo, Gerolamo, Tra Vara e Magra, La Resistenza a La Spezia, La Moderna, La Spezia 1969, cap. S.I.M. pp. 119-120
- Ricci, Giulivo, Avvento del fascismo, Resistenza e lotta di liberazione in Val di Magra, Nel trentennale della Liberazione, I.S.R. La Spezia, 1975, p.318, 319.
- Ricci, Giulivo, Aulla e il suo territorio attraverso i secoli, con patrocinio del Comune di Aulla, 1994, pp. 369, 377
- Ricci, Giulivo, La colonna “Giustizia e Libertà”, Fiap-Ass. Partigiani Mario Fontana- ISR P.M.Beghi-SP, 1995, seguendo in modo puntuale attraverso l’indice analitico il nome di Ezio Giovannoni, pp. 17, 46, 47, 49, 53, 73, 80, 92, 94, 95, 11, 120, 131, 142, 156, 165, 176, 183, 189, 205, 211, 247, 248, 253, 292, 306, 328, 336, 368, 369, 370, 372, 374, 394, 407, 425, 434, ma anche i nomi di Giuseppe Grandis (“Gisdippe”), Otello Braccini (“Avio”), tenente croato Branco, Enzo Monali “Petrovich” e “Ivanovich” ricorrenti per il S.I.M. in alcune pagine del libro, ma anche molte altre pagine, fra cui pp. 266, 267, 323, 396-396, 414, 415.
- Godano, Cesare, Paideia ’44, Edizioni Giacché, 1997, p. 190
- Bianchi, Antonio, La Spezia e Lunigiana-Società e politica dal 1861 al 1945, Franco Angeli, 1999, p.422
- Gimelli, Giorgio, La Resistenza in Liguria, Cronache militari e documenti, a cura di Franco Gimelli, Carocci, 2005 , seguendo il nome di Ezio Giovannoni.
Parte fotografica a cura di Mauro Martone
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Note
[1] Esiste anche il S.I.P. Servizio Informazioni Politiche di cui esiste però una scarsa documentazione⇑
[2] La sostituzione avviene nel febbraio 1945 quando arriva un’altra Missione dell’O.S.S. composta da due elementi: Giulio Boschi, già compagno di studi di molti spezzini aderenti a “Giustizia e Libertà” e il radiotelegrafista Unzamu (in questo frangente “Liberta” viene avviato oltre le linee)⇑
[3] V. Relazione del colonnello M. Fontana sul periodo operativo 12-25 aprile 1945, in P. M. Beghi, Discorsi e scritti dal 1954 al 1966, ISR La Spezia, 1972, p.148⇑