F.D.G. Fronte della Gioventù

A cura di Maria Cristina Mirabello

Notizie generali
Un nucleo del Fronte della Gioventù, promosso dai comunisti Gian Carlo Pajetta e Luigi Longo, esiste a Milano già dall’ottobre 1943, premessa “ristretta” di quello che nasce nel gennaio 1944 con basi di riferimento molto più larghe, in quanto concorrono ad esso più partiti e filoni antifascisti.

La riunione per costituire il Fronte della Gioventù, che vede promotori due religiosi particolarmente interessati al mondo giovanile e ai suoi fermenti, padre Davide Turoldo e padre Camillo De Piaz, si svolge sempre a Milano, nel convento dei Servi di Maria adiacente alla Chiesa di San Carlo al Corso (in tale convento continueranno anche in seguito a svolgersi gli incontri dell’organizzazione).

Il programma del Fronte, pensato in vista della formazione di una classe dirigente nuova e all’altezza dei compiti che l’attendono in quel preciso momento storico (e l’attenderanno), è elaborato dal comunista Eugenio Curiel (1912-1945), giovane e valente intellettuale, originario di Trieste, già processato dal Fascismo e mandato a Ventotene, che sarà poi ucciso il 24 febbraio 1945 dai fascisti.

Il Fronte della Gioventù, riconosciuto dal Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia, ha l’intento di raccogliere tutti i giovani, al di là di ogni distinzione sociale e di ogni tendenza politica, per liberare il Paese e farne un luogo in cui le giovani generazioni possano costruirsi un futuro, partecipando attivamente alla vita politica. La pluralità di apporti ideologici vede così l’aggregazione, intorno ad un primo nucleo di socialisti, comunisti, indipendenti, di ulteriori elementi cattolici e democristiani.

L’organizzazione si diffonde subito a Torino, Genova, Udine, Padova, Bologna e altre città (anche tra gli studenti e nella scuola, spesso con l’aiuto degli insegnanti, vengono costituiti nuclei di aderenti) e contribuisce notevolmente allo sciopero delle fabbriche nel marzo 1944. Particolarmente incisiva è inoltre l’opera del Fronte per organizzare la renitenza alla leva di Salò tanto che stampa un giornale specifico, “La voce del soldato”, nel quale, ai ragazzi che sono entrati nell’esercito fascista del maresciallo Graziani, viene indicata la via per riabilitarsi. Tale opera di propaganda, costante e tenace, ottiene notevoli effetti ad esempio sulla divisione fascista alpina “Monterosa”, che vede notevolissime diserzioni dalle sue file e passaggi al fronte resistenziale.

Va infine ricordato come il Fronte spesso si colleghi alle S.A.P., ai Gruppi difesa della Donna, insomma alla vasta costellazione della Resistenza antifascista, fornendo anche, in osmosi con la lotta partigiana sui monti, elementi validissimi a quest’ultima.

Compiti del Fronte sono sabotaggi leggeri (taglio di fili telefonici e telegrafici, uso di chiodi a quattro punte, interruzione e danneggiamento di linee ferroviaria e stradali), sebbene talvolta vengano eseguiti assalti ad autocolonne fasciste e tedesche e a depositi di munizioni (asportando queste ultime se possibile o facendole saltare), nonché danneggiamenti della rete ferroviaria e stradale.

In occasione dell’insurrezione generale dell’aprile 1945 il Fronte collabora infine attivamente ad essa secondo gli obiettivi fissati per ogni zona.

Fronte della Gioventù nella IV Zona operativa
A ridosso dell’8 settembre 1943, con un moto contrassegnato da spontanea opposizione all’invasore tedesco e al suo alleato fascista della Repubblica di Salò, gruppi di giovani si ritrovano insieme, nel chiuso delle case, soprattutto per parlare e magari per cantare sommessamente brani ritenuti consoni alle drammatiche vicende dell’epoca e al dovere di riconquistare la libertà.
Subito dopo si comincia a formare un nucleo di organizzazione più efficiente, sebbene molto fluida[1]. Ciò accade con l’entrata in scena di Arrigo Diodati[2] (“Franco” ma anche “Renato”) appartenente ad una famiglia antifascista spezzina, emigrata in Francia nel 1937 e successivamente rientrata in Italia. Nel giro di qualche mese però Diodati viene sospettato ed è costretto ad andare a Genova. Quindi il suo posto è preso da Filippo Borrini, che sta a Vezzano ed è figlio di un operaio comunista dell’OTO Melara, di cui c’è traccia nelle carte di Archivio. Al suo nome, sempre nei documenti, si intreccia quello di “Valeria” (Anna Maria Vignolini) di Sarzana, che tanta parte ha nei Gruppi Difesa della Donna[3].

Insieme a Filippo Borrini troviamo Emilio Bernabei, Gino Gironi, che agisce a Valdellora, Nelmo Bancalari, responsabile del centro città, Imo Geminelli che lavora all’Ansaldo. C’è anche un nucleo di giovani del centro città: Piero Pezzini, i fratelli Elio e Tullio Podestà. Ad Arcola abbiamo Laura De Fraia e Mimma Rolla (quest’ultima, essendo studentessa al Liceo Pacinotti, approfitta di ciò per collocare sotto i banchi i volantini del Fronte), a S. Venerio c’è Laura Nacher, a Pitelli Ines Maloni.

La componente maggiore del Fronte è costituita da elementi che o sono comunisti o comunque si richiamano all’area comunista, sebbene entrino ad un certo punto in esso ad esempio Marcello Varrone, Silvio Rossato e Agostino Ravecca, di provenienza cattolica, e giovani di altre componenti ideali[4].

Il Fronte della Gioventù cerca di penetrare in tutti i reparti dei richiamati dall’esercito della R.S.I., diffondendo stampa clandestina e “l’Unità” edizione della Spezia, anche perché i richiami di leva cominciano a riguardare un sempre maggiore numero di classi di età e l’opera di propaganda nei confronti di questi ragazzi diventa davvero delicata ed importante. Non a caso molti richiamati disertano ed accrescono le file partigiane[5].

Secondo gli scarsi documenti di Archivio da una relazione di “Valeria” (Anna Maria Vignolini) sappiamo che al 1° settembre 1944 la componente femminile del Fronte è così ripartita (La Spezia: 32; Sarzana: 32; Vezzano Monte e Stazione: 13+6; Romito:6; Pugliola:18; Pitelli:4; Arcola: 21)[6].

Dalla pubblicistica sulla Resistenza in IV Zona risulta che il giornale del Fronte della Gioventù è “La voce dei Giovani” ma ci sembra opportuno segnalare come in data 15 dicembre 1944, in una relazione conservata all’Archivio Storico I.S.R., si sottolinei il fatto che, non arrivando il giornale del Fronte, se ne faccia uno locale intitolato invece “Noi giovani”[7].

Arrigo Diodati, primo organizzatore del Fronte della Gioventù alla Spezia
Arrigo Diodati, primo organizzatore del Fronte della Gioventù alla Spezia
Filippo Borrini “Pino”
Filippo Borrini “Pino”

Fronte della Gioventù a Sarzana. Da sinistra: Dante Savona, Benita Marchini, Anna Maria Vignolini, Werther Bianchini
Fronte della Gioventù a Sarzana. Da sinistra: Dante Savona, Benita Marchini, Anna Maria Vignolini, Werther Bianchini

 
 

Fonti generali

Fonti IV Zona Operativa

  • Archivio Storico I.S.R. La Spezia (Busta 648, foglio 2562; Busta 651, foglio 2618; Busta 651, foglio 2624; Busta 651, foglio 2622; Busta 651/foglio 2624)
  • Borachia, Paolo, Resistenza: liberazione e rinnovamento in La Spezia, Rivista del Comune 1955 n.4-6, p.42
  • AA.VV. Enciclopedia dell’Antifascismo e della Resistenza, La Pietra, Milano 1968, vol. II, p.98 (voce: Diodati Arrigo)
  • Bianchi, Antonio, Storia del movimento operaio di La Spezia e Lunigiana, Editori Riuniti, 1975, (pp. 255 e segg., 314, ma anche seguendo il nome Diodati Arrigo, De Fraia Laura, Borrini Filippo, Bernabei Emilio, Gironi Gino, Bancalari Nelmo, Geminelli Ivo, Maloni Ines, Nacher Laura, Pezzini Pietro, Podestà Tullio, Rolla Mimma, Rossato Silvio, Ravecca Agostino).
  • Bianchi, Antonio, La Spezia e Lunigiana: società e politica dal 1861 al 1945, Franco Angeli, 1999, pp. 340, 336-342 passim, 375-376, 401-402)
  • Gimelli, Giorgio, La Resistenza in Liguria, Cronache militari e documenti, a cura di Franco Gimelli, Carocci, 2005, p.151 e segg., passim, seguendo anche molti dei nomi citati nella presente Scheda.
  • Gimelli, Franco; Battifora, Paolo, (a cura di), Dizionario della Resistenza in Liguria, Genova, De Ferrari, [2008?], voce Diodati Arrigo p.133; voce Fronte della Gioventù pp.156-157
  • Sintesi conversazione di M. Cristina Mirabello con Anna Maria Vignolini (23 novembre 2015), ritrovabile alla nota 3 della Scheda “Gruppi Difesa della Donna
  • Intervista ad Arrigo Diodati

La foto di Arrigo Diodati giovane è tratta dal video: Filorosso. Arrigo Diodati, la Resistenza, l’Arci
La fotografia di Filippo Borrini fa parte della collezione privata della famiglia Borrini.
La fotografia del Fronte della Gioventù a Sarzana fa parte della collezione privata di Anna Maria Vignolini.

Gli inserimenti fotografici della presente Scheda sono stati curati da Mauro Martone
 
 
_____________

Note

[1] E’ opportuno far presente a chi legge che un conto è una ricostruzione lineare “a posteriori”, specie di organismi estremamente fluidi, quale è ad esempio il Fronte della Gioventù, Gruppi e un conto è il divenire reale di essi nel corso tumultuoso degli avvenimenti dell’epoca. Proprio perciò la razionalizzazione dei fatti frequentemente porta ordine in quella che è di fatto una rete che si allarga, si restringe, sovrappone maglie e nodi, a seconda dei momenti. Spesso si evince dalle carte di Archivio che Fronte della Gioventù (F.d.G.) S.A.P., e Gruppi Difesa della Donna (G.d. D.) vivono in osmosi. Non esiste un elenco degli appartenenti al FDG nello Spezzino e perciò bisogna risalire molto faticosamente ai nomi dei componenti di esso dall’elenco S.A.P., aiutandosi con la scarsa pubblicistica disponibile.
[2] Diodati Arrigo, nomi di battaglia “Franco” e “Renato” (1926-2013) nasce a La Spezia il 25/5/1926 Il padre, un piccolo industriale che non ha mai aderito Fascismo, è costretto a trasferirsi con tutta la famiglia nel 1937 a Parigi, dove fa parte dell’opposizione all’estero. Dopo l’invasione della Francia da parte della Germania nazista, Arrigo compie azioni di supporto alla Resistenza francese. Rientrato, come altri antifascisti, in Italia nell’arco che va dalla caduta del Fascismo all’8 settembre 1943, organizza dopo l’armistizio alla Spezia il Fronte della Gioventù; sospettato e quindi “bruciato” a seguito degli scioperi del marzo ’44, si trasferisce a Genova dove arriva a ricoprire l’incarico di vice commissario politico delle brigate SAP “Garibaldi” che operano in città. Catturato il 27 dicembre 1944, seviziato alla Casa dello Studente, viene poi prelevato per rappresaglia il 23 marzo 1945 con altri prigionieri politici e condotto al cimitero di Cravasco: qui tutti i prigionieri vengono tutti fucilati fuori che due riusciti a fuggire nel corso del trasferimento, avvenuto in parte su camion e in parte a piedi. Anche Diodati però, fingendosi morto, sopravvive incredibilmente alla fucilazione. Fuggito e guarito dalle ferite, riprende a combattere nella brigata “Pio”, divisione “Mingo”, con la quale partecipa alla liberazione di Genova. Nel 1957 è fra i fondatori delll’A.R.C.I. nazionale, di cui diventa poi Segretario e infine Presidente onorario. Muore nel 2013.
[3] Nella Scheda è inserita anche un’importante e articolata testimonianza di Anna Maria Vignolini
[4] v. Borachia, Paolo, Resistenza: liberazione e rinnovamento in La Spezia, Rivista del Comune 1955 n.4-6, p.42, dove dice testualmente “Ed il lavoro fu organizzato col Fronte della Gioventù (di cui era responsabile lo studente Piero Pezzini) dagli studenti Marcello Varrone e Silvio Rossato” (in realtà Piero Pezzini era responsabile di un’area cittadina del FDG)
[5] L’8 marzo 1944 scadono i termini pe rla presentazione dei renitenti, previsti dal così detto “bando Graziani”
[6] Archivio Storico I.S.R. La Spezia, Busta 651, foglio 2618
[7] Archivio Storico I.S.R. La Spezia, Busta 651, foglio 2624

Istituto spezzino per la Storia della Resistenza e dell'Età Contemporanea "Pietro M. Beghi" Fondazione ETS