A cura di Maria Cristina Mirabello
Premessa: perché “Giustizia e Libertà”
La denominazione “Giustizia e Libertà” si riferisce in generale alle formazioni che, nel corso della Resistenza, hanno riconosciuto la propria filiazione nel Partito d’Azione e nel movimento “Giustizia e Libertà”.
“Giustizia e Libertà” è il motto del movimento fondato da Carlo Rosselli in Francia nel 1929 ed a cui si riallaccia idealmente il Partito d’Azione, costituitosi nel 1942, per la confluenza di “Giustizia e Libertà”, gruppi liberalsocialisti e repubblicani, allo scopo di combattere il fascismo, superando l’antitesi di liberalismo e socialismo. Anche grazie al foglio clandestino “L’Italia libera”, il partito partecipa attivamente alla lotta partigiana, andando a precisare il proprio programma (repubblica; laicità dello Stato; riforma agraria e amministrativa; autonomie locali; federazione europea). Nell’Italia occupata le Brigate G.L. sono rappresentate nel C.V.L. da Ferruccio Parri “Maurizio”.
Giustizia e Libertà nel territorio Spezzino
Nello Spezzino la costituzione di nuclei armati resistenziali[1] aderenti a “Giustizia e Libertà”[2], precoce e quantitativamente rilevante, si colloca in due zone diverse: la prima è quella afferente a Torpiana e monte Picchiara, nell’Alta Val di Vara; la seconda è quella del Calicese.
Torpiana, inizi della lotta armata e Brigata d’Assalto Lunigiana
Il primo nucleo organizzato dal Partito d’Azione sul territorio spezzino è ascrivibile a Torpiana di Zignago, dove, a partire dall’autunno 1943, operano azionisti genovesi con la collaborazione di quelli spezzini[3]. A tale proposito si possono citare i nomi dei genovesi Giulio Bertonelli “Balbi”, importante figura di riferimento del Partito d’Azione ligure[4], Edoardo e Gaetano Basevi, Antonio Zolesio, Pier Lorenzo Wronowski, mentre sono autoctoni i Bogo, i Ferretti, i Benelli e Livio Acerbi.
Il nucleo di Torpiana[5], che si sviluppa appunto nell’inverno 1943-1944, stringe importanti rapporti con un piccolo gruppo di militari inglesi fuggiti da un campo prigionia in provincia di Piacenza: al comando degli Inglesi è il maggiore Gordon Lett[6], la loro collocazione è nel comune di Zeri, quindi sul versante opposto, rispetto a Torpiana, del monte Picchiara. Proprio a Torpiana (o nella zona circostante), dal marzo 1944, si trasferiscono in modo organico Vero Del Carpio, Antonio Celle, Emilio Del Santo, Ezio Giovannoni, Ezio Grandis[7] con suo padre Giuseppe, Oscar Lalli, oltre al gruppo operante già a Vezzano Ligure (in quest’ultimo Piero Borrotzu e Franco Coni)[8] e ad Amelio Guerrieri (arriverà un po’ dopo Giovanni Pagani[9] che, sfollato per il momento a Brugnato con la sorella, rimane al piano per svolgere importanti compiti).
Primo comandante del nucleo è il genovese Antonio Zolesio che però, nel mese di marzo, per ordine del Partito d’Azione ligure, deve raggiungere, insieme a Wronowski, suo nipote, la Fontanabuona, dove diventeranno rispettivamente comandante e commissario della Divisione GL “Matteotti”. A questo punto, siamo alla metà di marzo 1944, a capo del nucleo di Torpiana è Vero Del Carpio.
In tale fase si può parlare di primo avvio alla “Brigata d’Assalto Lunigiana”[10], il cui territorio d’influenza è ascrivibile allo Zerasco e Zignaghese: in questo arco temporale dobbiamo ricordare le brillanti azioni di Franco Coni e Piero Borrotzu (quest’ultimo muore eroicamente a Chiusola di Sesta Godano il 5 aprile 1944), la crescita del gruppo originario ma anche la crisi a seguito dei rastrellamenti di marzo-aprile[11] e della morte di Borrotzu.
Franco Coni si porta verso il monte Penna, autonomizzandosi rispetto al nucleo originario di appartenenza, stabilendo contatti nell’area del Penna con la “Cento Croci” e quindi con il ribellismo parmense, agendo in un certo senso “in proprio”, per ritornare verso il 12 giugno 1944 in Lunigiana ( sulla via del ritorno attacca la caserma di Sesta Godano) dove aderisce nuovamente al gruppo azionista.
Nel giugno 1944 il Comando della “Brigata d’assalto Lunigiana” è a Valditermine, paese dello Zerasco nel quale affluiscono nuove leve, fra cui Ermanno Gindoli[12], così come giovani provenienti da Valeriano e altri del vecchio gruppo “Bottari” di Vezzano Ligure. Il comandante della Brigata è Vero Del Carpio ed il vice-Comandante è, secondo alcuni, Lorenzino Tornabuoni, secondo altri, Franco Coni[13]. Del Carpio rimane tale anche quando deve allontanarsi verso La Spezia e verso Genova, onde espletare incarichi politico-organizzativi. Quanto a Coni, al cui fianco ha operato ed opera assiduamente Antonio Celle, alla fine di giugno si porta in val di Taro, dai fratelli “Beretta” (per un approfondimento sui “Beretta” v. Brigata “Centocroci”) ma, dopo la battaglia della Pelosa, rientra, non più però vice-comandante della Brigata d’Assalto Lunigiana, bensì comandante di plotone. Il riassestamento delle cariche viene accettato senza risentimenti dal Coni stesso[14].
Il nucleo Calicese
Il nucleo ascrivibile al Calicese, cui afferisce una zona punteggiata da varie realtà, si sviluppa, sempre a partire dall’autunno 1943, dapprima con l’obiettivo di darsi una struttura organizzativa e, dal febbraio 1944, anche con scopo operativo.
Si formano inizialmente tre gruppi: uno in Località Borseda (con Ferdana, Garbugliaga, Beverone) comandato da Aldo Bucchioni; uno in Località Debeduse (con Lavacchio Terrugiara e Vicchieda) comandato da Amedeo Paita e Carlo Calorini; uno in Località Villagrossa comandato da Ugo Tarantola, allargatosi poi a Santa Maria (con Lino Masini), Molunghi (con Silcino Simonetti), Calice-Campi-Nasso (con Giovanni Ceragioli, futuro Commissario della Ia Divisione Liguria-Picchiara e Gino Paita), Suvero (con Silvio Romani), Veppo e Casoni (con Luisito Rebecchi), Castiglione Vara (con Eriberto Pagano).
Gli aderenti di Borseda, Debeduse e Villagrossa, partecipano al primo incontro di coordinamento, che ha luogo presso il cascinale Buscini, in località Debeduse, già il 19 ottobre 1943: promotore e coordinatore dell’incontro stesso è il Tenente Daniele Bucchioni.
Si muove anche la frazione di Madrignano con Emilio Del Santo, Abele Bertoni e Dino Batti; Piana Battolla, ove operano Carlo Sardi, Dino Canese, Primo Galasso, Giovanni Terribile, Umberto Battolla, Nino Valeriani, Follo e Pian di Follo, dove esplicano un’intensa attività il capitano Orazio Montefiori (“Martini”), Fernando Chiappini, collegatisi poi con il movimento già sorto a Vezzano Ligure[15], mentre a Valeriano troviamo Amelio Guerrieri[16].
Particolare incidenza assume in questo quadro la figura di don Carlo Borelli, parroco di Follo Alto, che diventerà poi cappellano di G.L.[17].
Sempre a Follo-Bastremoli va ricordata la figura di Agostino Bronzi, insigne militante socialista che lì risiede.
Alla data del 20 marzo 1944 il gruppo che ruota intorno a Daniele Bucchioni “Dany” riconosce comunque come riferimento il Comando di Torpiana (v. per il gruppo di Torpiana il paragrafo precedente), compie azioni assalendo la Caserma dei Carabinieri di Calice, prosegue la collaborazione con Orazio Montefiori per Follo e con il ragioniere Giuseppe Grandis (“Gisdippe”) che sta a Vezzola.
Nel maggio 1944 entra in clandestinità anche Blandino Blandini “Tigre”, appartenente ad una formazione madrignanese. Nel giugno 1944 i nuclei di Madrignano, Suvero, Follo, Piana Battolla e Veppo, con l’aggiunta di ulteriori forze provenienti da Vezzano e ancora da Follo, si trasferiscono a Ghiacciarna, in montagna, a 959 m., presso il valico dei Casoni, sulla mulattiera proveniente da Villagrossa.
Sempre nel giugno 1944, fra il 18 e il 19, Daniele Bucchioni e Gordon Lett attaccano il castello di Calice e, sebbene l’attacco non riesca, il presidio fascista rimane assediato e non può uscire, per cui il Comando Militare fascista spezzino fa ritirare successivamente il presidio stesso dalla località.
Verso la costituzione del Comando Unico e la denominazione “Colonna Giustizia e Libertà”
Mentre da fine giugno alle prime decadi di luglio 1944, fra territorio spezzino e Lunigianese, avviene un processo di formazione ed aggregazione per alcune bande, ad esempio quelle garibaldine, che risultano ancora in fase di gestazione, la Brigata d’Assalto Lunigiana, la quale tende ad abbandonare il territorio dello Zerasco per spostarsi nell’Alta Val di Vara (dove presidia il campo di lancio del Picchiara[18]), si presenta come aggregato alle cui spalle sta già un itinerario formativo ed organizzativo. E tale è quando a fine luglio 1944[19] si costituisce, grazie agli sforzi messi in campo dal C.L.N. provinciale, dai nuclei armati pre-esistenti, dal Comando Militare Unificato Ligure e, dentro di esso, dal Partito d’Azione, il Comando Unico (e quindi la Ia Divisione Liguria) sotto il Colonnello Mario Fontana[20].
La Brigata d’Assalto Lunigiana, che ha da poco assunto il nome di Colonna “Giustizia e Libertà”[21], dipende dal Comando Unico, insieme alle Brigate partigiane “Cento Croci”, “Vanni”, “Gramsci”, ma, nonostante la rilevanza quantitativa che la contraddistingue, non assume posizioni di comando dentro la neo nata struttura generale.
Dal rastrellamento del 3 agosto 1944 fino alla costituzione della IV Zona Operativa
Dopo il drammatico rastrellamento del 3 agosto 1944[22] e le successive risistemazioni, e dopo il rastrellamento dell’8 ottobre 1944[23], la Colonna G.L risulta stare a Zignago, Rocchetta V. e Calice al Cornoviglio[24] e il 26 ottobre 1944, Vero Del Carpio, comandante della colonna G.L., (che ammonta a 650 elementi), sanziona la nuova organizzazione in due Battaglioni (Zignago e Val di Vara) e nelle sei compagnie che di fatto esistono già[25].
Il Battaglione Zignago (tre compagnie) è affidato a Ermanno Gindoli (sede a Monte Lama). Il Battaglione Val di Vara (tre compagnie) è affidato a Orazio Montefiori “Martini”, vice-comandante Daniele Bucchioni, “Dany” (sede a Villagrossa di Calice)[26].
A partire dal dicembre 1944, cioè dalla costituzione della IV Zona Operativa, dal Comando Unico di tale Zona dipendono due Divisioni: la Divisione “Liguria-Picchiara” e la Divisione “Liguria Centocroci”. Della prima fanno parte la Colonna “Giustizia e Libertà” e le formazioni del Raggruppamento “Garibaldi”, trasformatosi in Brigata Garibaldi “A. Gramsci”; della seconda fanno parte le Brigate “Varese” e “Zerasco”.
Comandanti e Commissari della Colonna “Giustizia e Libertà” e avvenimenti fino alla Liberazione
I comandanti della Colonna “Giustizia e Libertà” che si avvicendano nel tempo sono: Vero Del Carpio (“Boia”)[27], Lorenzino Tornabuoni (“Cino” poi “Otello”)[28] ed infine Stefano Colombo (“Carli”).
I Commissari sono: Mario Foce (“Mario Bernardini”), Cesare Godano “Gatto”[29] ed infine Emetaldo Cozzani “Pilon”.
Alla fine di dicembre 1944, Giovanni Ceragioli “Vas”, già Commissario Politico del 2° Battaglione G.L., viene chiamato alla carica di Commissario politico della Ia Divisione “Liguria-Picchiara” e Giuseppe Grandis “Gisdippe” è proposto come Ufficiale di Zona in rappresentanza della Colonna.
Per gli avvenimenti successivi, compresi i mutamenti di organigramma della Colonna e l’importante rastrellamento del 20 gennaio 1945, v. Battaglione “Val di Vara” e Battaglione “Zignago”.
N.B. Si fa presente che la dicitura “Battaglione” diventa ufficiale per le entità di questo tipo solo dopo il rastrellamento del 20 gennaio 1945[30].
Si fa inoltre presente quanto segue: poiché alla vigilia della Liberazione la Colonna G.L. viene assimilata all’unità dell’Esercito regolare rappresentata dalla Divisione, i così detti Battaglioni assurgono al ruolo di Brigate. Solo a questo punto si può parlare per la Divisione G.L. di due Brigate (“Zignago” e “Val di Vara”). Si consideri inoltre il fatto che pochi giorni prima della Liberazione, muore eroicamente sul campo Ermanno Gindoli, comandante del battaglione “Zignago”, da cui l’ulteriore mutamento della denominazione del Battaglione “Zignago” in “Zignago-Gindoli”[31].
Per maggiori approfondimenti su alcuni caduti di “Giustizia e Libertà” nel corso della Resistenza spezzina (o comunque su partecipi ad essa), si consiglia di prendere visione dei seguenti documenti, all’interno dello Stradario della Resistenza:
Pietro Borrotzu, Mario Da Pozzo, Giuseppe Da Pozzo, Luciano Duce, Ermanno Gindoli, Ezio Grandis, Renato Mazzolani, Alfredo Oldoini, Giovanni Pagani, Famiglia Perini, Giulio Spella, Gerolamo Spezia, Luigi Vega, Aldo Remedi, don Carlo Borelli.
Fonti
Sulle Brigate “Giustizia e Libertà” in generale
-
- AA.VV. Enciclopedia dell’Antifascismo e della Resistenza, La Pietra, Milano, 1968, vol.I, pp. 375 e segg. e segg.
- Enciclopedia Treccani: Partito d’azione
Sulla Colonna “Giustizia e Libertà” nella IV Zona Operativa
-
- Bertonelli, Giulio, Fra Val di Magra e Val di Vara – Le forze spezzine di G.L., in AA.VV., Più duri del carcere, Casa Editrice Emiliano degli Orfini, Genova 1946
- “Relazione sul periodo operativo dal 12 al 25 aprile 1945” del Corpo Volontari della Libertà Comando IV Zona Operativa, redatta dal Comandante Mario Fontana (in “Pietro Mario Beghi-Discorsi e scritti dal 1954 al 1966”, ISR La Spezia, 1972, p.147 e segg.)
- Oldoini, Renato, Uomini e date per una storia della “Giustizia e Libertà” (testimonianza), in La Resistenza nello Spezzino e nella Lunigiana, I.S.R.
- Ricci, Giulivo, La colonna “Giustizia e Libertà”, Fiap-Ass. Partigiani Mario Fontana- ISR P.M.Beghi, SP, 1995
- Godano, Cesare, Paideia ’44, Edizioni Giacché, 1997, passim
- Gimelli,Franco; Battiflora, Paolo, (a cura di), Dizionario della Resistenza in Liguria, Genova, De Ferrari, [2008?], (voce Bertonelli Giulio)
- Fiorillo, Maurizio, Uomini alla macchia- Bande partigiane e guerra civile- Lunigiana 1943-45, Laterza, 2010, passim
- “Siamo i ribelli della montagna” in Pagano, Giorgio, Eppur bisogna ardir, La Spezia partigiana 1943-1945, Edizioni Cinque Terre, 2015
- Pagina del quotidiano l’Unità (domenica 14 Marzo 1965) che riporta tutti i caduti della IV Zona Operativa, fra cui quelli di G.L.
- Fiorillo, Maurizio, Una breve storia della Resistenza nello spezzino(passim)
- Intervista a Daniele Bucchioni (Progetto: Voci della Memoria)
- Intervista ad Amelio Guerrieri (Progetto: Voci della Memoria)
- La provincia spezzina, il Bracco, Bisagno e Zignago Storie di uomini e di lotte tra Genova e la Lunigiana
Sul Battaglione “Val di Vara”
-
- I.4 Serie Comando I Battaglione Val di Vara (Archivio Storico, I.S.R. La Spezia)
- “Relazione sul periodo operativo dal 12 al 25 aprile 1945” del Corpo Volontari della Libertà Comando IV Zona Operativa, redatta dal Comandante Mario Fontana (in “Pietro Mario Beghi. Discorsi e scritti dal 1954 al 1966”, ISR La Spezia, 1972, p.147 e segg.)
- Bucchioni, Daniele, Attività della Brigata “Val di Vara” della colonna “Giustizia e Libertà” IV Zona Operativa, in “Resistenza nello Spezzino e nella Lunigiana”, scritti e testimonianze, a cura dell’Istituto Storico della Resistenza “Pietro Mario Beghi” La Spezia, II edizione, 1975
- “Dai Casoni alla Brunella. La brigata Val di Vara nella storia della Resistenza” di Sirio Guerrieri e Luigi Ceresoli, Zappa editore, Sarzana, 1986
- Ricci, Giulivo, La colonna “Giustizia e Libertà”, Fiap-Ass. Partigiani Mario Fontana- ISR P.M.Beghi-SP, 1995, passim, seguendo fondamentalmente, tramite l’indice analitico, i nomi di Bucchioni Daniele, Blandino Blandini, Paita Gino
- Bianchi, Antonio, La Spezia e Lunigiana-Società e politica dal 1861 al 1945, Franco Angeli, 1999, seguendo fondamentalmente, tramite l’indice analitico, il nome di Bucchioni Daniele.
- Ist. Compr. di Scuola Materna, Elementare, Media Follo, Comune di Follo, La Resistenza nel Comune di Follo, a.s. 2001-2002, passim
- Gimelli, Giorgio; La Resistenza in Liguria – Cronache militari e documenti, Carocci, 2005, pp. 51 e n, 59n, 165n, 181, 182 e n, 542 e n, 635, 646n, 868 e n, 869 e n, 870
- Gimelli,Franco; Battifora, Paolo, (a cura di), Dizionario della Resistenza in Liguria, Genova, De Ferrari, [2008?], (Biografie di Borelli don Carlo p.69, Bucchioni Daniele p.79, Blandino Blandini p.62, Paita Alcide p.262, Paita Gino p.262-263)
- Fiorillo, Maurizio, Uomini alla macchia- Bande partigiane e guerra civile. Lunigiana 1943-45, Laterza, 2010, seguendo fondamentalmente, tramite l’indice analitico, il nome di Bucchioni Daniele.
Sul Battaglione “Zignago”
- I.5 Serie Comando II Battaglione Zignago (Archivio Storico, ISR La Spezia) con particolare riferimento al fascicolo 425
- Bollo, Gerolamo, Tra Vara e Magra. La Resistenza a La Spezia, La Moderna, 1969, p. 74 (divisione Colonna G.L. in due battaglioni) e p.99 (morte di E.Gindoli)
- “Relazione sul periodo operativo dal 12 al 25 aprile 1945” del Corpo Volontari della Libertà Comando IV Zona Operativa, redatta dal Comandante Mario Fontana (in “Pietro Mario Beghi-Discorsi e scritti dal 1954 al 1966”, ISR La Spezia, 1972, p.147 e segg.)
- Ricci, Giulivo, La colonna “Giustizia e Libertà”, Fiap-Ass. Partigiani Mario Fontana- ISR P.M.Beghi-SP, 1995, passim, con particolare riferimento alle pp.137, 173,205, 225, 226, 340, 348, 386, 388,401-405, 413, 416, 420
- Sempre in Ricci Giulivo, cit., tutte le pagine in cui è ritrovabile il nome di Ermanno Gindoli: pp. 108, 134, 152, 158, 161, 166, 182, 183, 187, 194, 198, 204, 205, 206, 209, 231, 234, 239, 240, 283, 285, 289, 290, 292, 298, 311, 325, 341, 342, 343, 346, 347, 372, 373, 393, 394, 397, 401, 402, 403, 404, 413, 431
- Godano, Cesare, Paideia ’44, Edizioni Giacché, 1997, pp.200-201
- Bianchi, Antonio, La Spezia e Lunigiana-Società e politica dal 1861 al 1945, Franco Angeli, 1999, pp. 468, 484 n.
- Gimelli,Franco; Battifora, Paolo, (a cura di), Dizionario della Resistenza in Liguria, Genova, De Ferrari, [2008?], pp.73-74 (Biografia di Ermanno Gindoli)
- Fiorillo, Maurizio, Uomini alla macchia. Bande partigiane e guerra civile. Lunigiana 1943-45, Laterza, 2010, p. 261 e n.
Le fotografie non segnalate rispetto alle Fonti e le rielaborazioni sono state eseguite da Mauro Martone che ha curato la parte iconica della presente Scheda.
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Note
[1] Per i nuclei di G.L., anch’essi assai precoci e rilevanti, aderenti alle S.A.P. (Squadre Azione Patriottica), v. “S.A.P.” ⇑
[2] Per gli aspetti inerenti il Partito d’Azione e il Comitato di Liberazione Nazionale Provinciale alla Spezia, v. “C.L.N.P.” ⇑
[3] Per gli azionisti spezzini o per coloro che ruotano comunque nell’orbita azionista o che in essa man mano confluiscono, in città e nei suoi dintorni, vanno ricordati Arcinotti, Antonio Celle, Mario Foce, Mario Da Pozzo, Cesare Godano, Vero Del Carpio, Vinicio Manfrini, Alberto Paganini, Giorgio Righetti, Rino Visconti, Lorenzino Tornabuoni ma anche il gruppo legato a Renato Mazzolani (per quest’ultimo e per gli elementi orbitanti intorno a lui, v. “S.A.P.”) ⇑
[4] Diventa in seguito Comandante regionale di G.L. in Liguria (dopo Eros Lanfranco, Camillo Rapuzzi, Giovanni Trombetta). v. una sua breve nota biografica nella Scheda “Comando IV Zona Operativa”, Nota 7 ⇑
[5] C’è in realtà una sorta di rete che, come dice Giulivo Ricci, è in qualche modo “colorata” dal partito di Azione e collega i gruppi cittadini a quelli di Brugnato, Riccò del Golfo, San Benedetto e Torpiana. A tale proposito vanno ricordati a Brugnato il farmacista Angelo Oppicini, coadiuvato dal figlio Orazio e lo spezzino Dino Patrone lì sfollato dalla Spezia ⇑
[6] Per un approfondimento su Gordon Lett, v. ⇑
[7] Approfondimento v. ⇑
[8] Per un approfondimento dell’importante gruppo le cui mosse partono da Vezzano Ligure v.: Gruppo Bottari, Pietro Borrotzu, Giulio Bottari; per una Nota biografica su Coni, comandante del Battaglione “Matteotti” e successivamente della 1° Compagnia Arditi, v. ⇑
[9] Per un approfondimento sulla figura di Giovanni Pagani v. ⇑
[10] Sulla datazione riguardo la Brigata d’Assalto Lunigiana esistono opinioni diverse: in questa Scheda seguiamo quella espressa da Giulivo Ricci nel fondamentale libro Ricci, Giulivo, La colonna “Giustizia e Libertà”, Fiap-Ass. Partigiani Mario Fontana. ISR P.M.Beghi-SP, 1995, p.112, da noi frequentemente citato. E’ comunque certo che al 20 giugno 1944, giorno a cui risale il primo documento di più antica data relativo ad essa, la Brigata d’Assalto Lunigiana disponga di un timbro e sia suddivisa in compagnie. Il documento attesta insomma che al 20 giugno la Brigata d’Assalto c’è, il che non significa che essa non sia stata costituita prima (febbraio 1944? 1 marzo 1944? Altra data?). Quanto al nome, sembra che esso sia scelto dal Comitato Militare Regionale del Partito d’Azione che lo propone d’intesa con Vero Del Carpio ⇑
[11] Muore in tale fase, primo caduto di “Giustizia e Libertà” nello Zerasco, Aristide Galantini. Ventitreenne, originario di Campiglia, già militare, sceglie coscientemente la via della montagna nonostante che, essendo in congedo illimitato, su di lui non penda alcun richiamo alle armi per la Repubblica di Salò. Andato in pattuglia con Antonio Celle e Franco Coni per cercare un medico che curi un ferito partigiano, viene colpito e, ormai a terra, brutalmente finito dai fascisti il 12 aprile 1944 a Chiesa di Rossano ⇑
[12] Per un approfondimento, v. ⇑
[13] v. Ricci, Giulivo, La colonna “Giustizia e Libertà”, Fiap-Ass. Partigiani Mario Fontana, ISR P.M.Beghi-SP, 1995, p.107 (Molto importante per l’attività di Coni risultano anche la note 57 bis a p. 96 e la nota 69, in cui è contenuto un brano della testimonianza di Celle, a p. 97 del libro qui citato) ⇑
[14] Riguardo Franco Coni v. oltre a Ricci, Giulivo, La colonna “Giustizia e Libertà”, Fiap-Ass. Partigiani Mario Fontana- ISR P.M.Beghi-SP, 1995 (seguendo nell’indice analitico il nome di Coni) e Fiorillo, Maurizio, Uomini alla macchia- Bande partigiane e guerra civile- Lunigiana 1943-45, Laterza, 2010 (sempre seguendo il nome di Coni nell’indice analitico), anche Coni, Simona, Tesi di Laurea “Franco Coni: un ufficiale sardo sulla linea gotica” (Università di Perugia a.a. 2014-2015). Dentro la Tesi v. lettera di Antonio Celle a Emilio Lussu, riprodotta nell’Appendice documentaria. Per l’andata-ritorno di Coni verso la Val di Taro in questa fase e il riassestamento delle cariche v. il citato Giulivo Ricci, p. 113 (compresi i riferimenti della nota 22 p. 121 alle testimonianze di Antonio Celle e Cesare Godano) ⇑
[15] Per il Gruppo di Vezzano Ligure v. nota 8 della presente Scheda. Va anche ricordato che, in un certo senso, anello di congiunzione fra Follo e Vezzano è anche il vecchio avvocato socialista Agostino Bronzi che in questo momento risiede nella zona di Follo-Bastremoli (per un approfondimento su di lui v. ⇑
[16] In una lettera di Daniele Bucchioni del 1982 riportata in Giulivo Ricci, “La colonna “Giustizia e Libertà”, Fiap-Ass. Partigiani Mario Fontana- ISR P.M.Beghi-SP, 1995, p. 40 vengono citati per Follo anche Vignudelli, Domenichini, Simonini, Ratti ⇑
[17] Per un approfondimento su don Carlo Borelli, v. ⇑
[18] Il primo lancio sarebbe avvenuto secondo taluni il 20 giugno 1944, secondo altri verso il 10 luglio 1944 (per un approfondimento sul campo del Picchiara e le vicende legate al monte v.) ⇑
[19] Per la data di costituzione del Comando Unico, v. Comando IV Zona Operativa (probabilmente fra 25 e 28 luglio 1944) ⇑
[20] v. Comando IV Zona Operativa ⇑
[21] Comando IV Zona Operativa ⇑
[22] v. Archivio Storico I.S.R. La Spezia (Per le ombre e luci riguardanti G.L. durante il rastrellamento v. Busta 73, foglio 1383 ma anche il puntuale capitolo “Il rastrellamento del 3 agosto 1944 e la colonna GL” in Ricci, Giulivo, La colonna “Giustizia e Libertà”, Fiap-Ass. Partigiani Mario Fontana. ISR P.M.Beghi-SP, 1995) ⇑
[23] v. Archivio I.S.R. La Spezia (Busta 73, foglio 1384), v. anche la precisa sintesi che ne dà Daniele Bucchioni che, con la sua 1° Compagnia, sopporta il peso maggiore del rastrellamento stesso, in Bucchioni, Daniele, Attività della Brigata “Val di Vara” della colonna “Giustizia e Libertà” IV Zona Operativa, dentro “Resistenza nello Spezzino e nella Lunigiana”, scritti e testimonianze, a cura dell’Istituto Storico della Resistenza “Pietro Mario Beghi” La Spezia, II edizione, 1975 e il già citato Giulivo Ricci (Nota 18 della presente Scheda) nel Capitolo “Il rastrellamento dell’ottobre 1944” ⇑
[24] Ridelimitazioni di zone, specie rispetto al Raggruppamento Brigate Garibaldi, poi Brigata Garibaldina “A. Gramsci” (ma non solo), avvengono anche in seguito. Di tali cambiamenti troviamo traccia nei documenti dell’Archivio Storico I.S.R. La Spezia ⇑
[25] Ricci, Giulivo, La colonna “Giustizia e Libertà”, Fiap-Ass. Partigiani Mario Fontana- ISR P.M.Beghi-SP, 1995), p. 205 ⇑
[26] Di Daniele Bucchioni in qualità di comandante del I° Battaglione Val di Vara (essendo stato in precedenza vice-Comandante di esso) parla Ricci, Giulivo, La colonna “Giustizia e Libertà”, Fiap-Ass. Partigiani Mario Fontana, ISR P.M.Beghi-SP, 1995), p. 267, collocando, per quello che si può dedurre dal testo, tale incarico prima del rastrellamento del 20 gennaio 1945 ⇑
[27] Vero Del Carpio lascia l’incarico, passa le linee per motivi di salute ai primi di novembre 1944 e va in Toscana, dove collabora con l’O.S.S. della Va Armata americana. Il 1 novembre 1944 è sostituito come comandante interinale (e poi effettivo) da Lorenzino Tornabuoni (v. Ricci, Giulivo, La colonna “Giustizia e Libertà”, Fiap-Ass.Partigiani Mario Fontana- ISR P.M.Beghi-SP, 1995, pp.223-224, 226). Per l’attività di Del Carpio presso gli Alleati, v. Archivio Storico I.S.R. La Spezia, Busta 401, in cui viene riconosciuto il servizio di Del Carpio, smobilitato il 5 maggio 1945, presso la Company D. Sulla salute di Vero Del Carpio v. Godano, Cesare, Paideia, citato nelle Fonti, p. 185-186 ⇑
[28] Archivio Storico I.S.R.La Spezia v. Busta 67, foglio 1264 in cui in data 21 marzo 1945 si attesta il passaggio del comando da Lorenzino Tornabuoni a quello interinale di Giuseppe Grandis “Gisdippe”. Sulla personalità di Lorenzino Tornabuoni v. Godano, Cesare, Paideia, citato nelle Fonti, p. 186-187, 198. Al comando interinale di Grandis segue quello di Stefano Colombo “Carli”, designato nella fase finale dal Comitato regionale proprio per la sua veste chiaramente tecnica e militare, essendo stato ufficiale dell’esercito e avendo combattuto in Africa ⇑
[29] Archivio Storico I.S.R. La Spezia v. Busta 68, foglio 1271 in cui Cesare Godano risulta succedere a “Mario Bernardini”; v. anche Busta 74, foglio 1507, in cui Cesare Godano che, in data 1 marzo 1945, ha lasciato la carica di Commissario Politico della colonna G.L., essendo stato destinato, in vista della fase finale della lotta, all’organizzazione del Partito d’Azione, saluta il 9 marzo 1945 i partigiani di G.L. ⇑
[30] v. Ricci, Giulivo, Storia della Brigata Matteotti-Picelli, I.S.R. La Spezia, 1978, p.182 ⇑
[31] Archivio Storico I.S.R. La Spezia, in data 19 aprile 1945 il Comando Colonna G.L. comunica al 1° e 2° Battaglione della colonna stessa, al Comando IV Zona, al Comando Ia Divisione Liguria- Picchiara che il Battaglione “Zignago” prende in pari data il nome di “Zignago-Gindoli” e la VI Compagnia quello di Alfredo Oldoini, v. Busta 75, foglio 1541 ⇑