A cura di Maria Cristina Mirabello
La Brigata “Gramsci”[1] comprende i Battaglioni Garibaldini “Vanni”, “Maccione” e “Matteotti-Picelli” ed è una successiva evoluzione del “Raggruppamento Brigate Garibaldi” nato nell’ottobre 1944[2].
Tale evoluzione si determina a seguito della risistemazione delle forze della Resistenza nel dicembre 1944, quando nasce ufficialmente la IV Zona Operativa quale sviluppo del Comando Unico, formatosi nel luglio 1944 (v. “Comando IV Zona Operativa” e “Comando Prima Divisione Liguria-Picchiara”).
La catena di Comando della Brigata “Gramsci” vede mutamenti in corrispondenza a quelli che si verificano in organismi gerarchicamente superiori ad essa, nello specifico le vicende del Comando Prima Divisione Liguria-Picchiara.
E’ così che il comunista Luciano Scotti (“Vittorio” ma anche “Gonzaga”) risulta comandare dal 24 ottobre 1944 il Raggruppamento Brigate Garibaldi, fondato in tale data a S. Maria di Scogna.
Tuttavia, quando si formalizza nel dicembre la IV Zona Operativa ed egli passa al Comando della Ia Divisione Liguria-Picchiara, il Raggruppamento diventa Brigata “A. Gramsci” e al posto di Scotti va Giovanni Albertini “Luciano”[3] (Commissario è “Ezio”, cioè Armando Isoppo[4]).
L’Organico della Brigata “Gramsci” alla data del 24 marzo 1945 è il seguente[5]:
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Comando Brigata: 7 uomini
Compagnia Comando “A.Tanca”: 24 uomini
Plotone Servizio (Intendenza e Ospedale) 16 uomini
Battaglione “Maccione”: 140 uomini
Battaglione “Vanni”: 138 uomini
Battaglione “Matteotti-Picelli”: 143 uomini
Per un totale di 468 uomini (forza presente 409, Assenti giustificati 59)
Il Comandante e il Commissario politico della Brigata rimangono fino alla Liberazione Giovanni Albertini ed Armando Isoppo[6].
Il piano messo in campo dal Comando IV Zona Operativa nella fase 12 aprile-25 aprile 19452 vede la Brigata “A. Gramsci” così impegnata:
- Il Comando Brigata “Gramsci” è a Santa Maria di Scogna, il Battaglione Vanni nella zona di Pieve, il Battaglione Maccione nella zona del Mangia, il Battaglione Matteotti-Picelli nella vallata del Gottero.
- Nel momento in cui i reparti vengono fatti spostare in avanti il Comando Brigata va a Mangia, il Battaglione Vanni a Brugnato, il Battaglione Maccione a Bozzolo e alla centrale di Vizzà, il Battaglione Matteotti-Picelli a Godano.
- Il Battaglione Vanni coadiuva il Battaglione G.L. Zignago nella presa di Borghetto.
- Nel pomeriggio del 22 aprile la Brigata “Gramsci” riceve l’ordine di portarsi a Riccò del Golfo per occupare il passo della Foce.
- Nella notte del 23 aprile viene isolato a Riccò del Golfo un forte nucleo composto di 450 tedeschi[8] puntualmente armati, appoggiati da mitragliatrici collocate sul forte Visseggi. Poiché il comandante tedesco non si vuole arrendere, avviene qui l’ultima battaglia in cui sono fortemente coinvolti i Battaglioni della Brigata “A. Gramsci”.
- Finita il 24 aprile alle ore 18 la battaglia che è costata la morte a molti soldati tedeschi, il Battaglione Matteotti-Picelli riceve l’ordine di recarsi sulla Foce dove all’alba del 25 aprile arrivano avanguardie alleate.
- Il 25 aprile 1945 la Brigata “Gramsci” sfila con i suoi Battaglioni (e con altre formazioni partigiane) nelle vie della Spezia.
Fonti
- Archivio Storico I.S.R. La Spezia 1.6 Serie Comando Raggruppamento Brigate Garibaldi
- Archivio Storico I.S.R. La Spezia 1.7 Serie Brigata Gramsci / Battaglione Maccione
- Archivio Storico I.S.R. La Spezia2.7 Serie Comando Brigata Garibaldi A. Gramsci
- AA.VV. Enciclopedia dell’Antifascismo e della Resistenza, La Pietra, Milano 1968- Biografie di Giovanni Albertini e Anselmo Corsini
- “Relazione sul periodo operativo dal 12 al 25 aprile 1945” del Corpo Volontari della Libertà Comando IV Zona Operativa, redatta dal Comandante Mario Fontana (in “Pietro Mario Beghi. Discorsi e scritti dal 1954 al 1966”, ISR La Spezia, 1972, p.147 e segg.)
- Ricci, Giulivo, Storia della Brigata Garibaldina “U. Muccini, I.S.R. La Spezia, 1978, passim
- Ricci, Giulivo, Storia della Brigata Matteotti-Picelli, I.S.R. La Spezia, 1978, con riferimento alle pp. 167, 169, 179-181, 182
- Ricci, Giulivo, La colonna “Giustizia e Libertà”, Fiap-Ass. Partigiani Mario Fontana – ISR P.M.Beghi, SP, 1995, seguendo nell’indice analitico il nome di Giovanni Albertini
- Bianchi, Antonio, La Spezia e Lunigiana. Società e politica dal 1861 al 1945, Franco Angeli, 1999, pp.336-342, ma anche seguendo il nome di Giovanni Albertini, Armando Isoppo
- Gimelli, Giorgio; La Resistenza in Liguria. Cronache militari e documenti, Carocci, 2005, seguendo nell’indice analitico i nomi di Giovanni Albertini e Armando Isoppo.
- Fiorillo, Maurizio, Uomini alla macchia. Bande partigiane e guerra civile- Lunigiana 1943-45, Laterza, 2010, seguendo i nomi di Giovanni Albertini e Armando Isoppo
- Giacché, Aldo; Bianchi, Antonio, Tommaso Lupi partigiano, artefice della stampa clandestina antifascista, Edizioni Giacché, 2012, in particolare “La preparazione e la stampa del materiale di propaganda per lo sciopero generale nelle fabbriche della Spezia del 1° marzo 1944” (memoria a cura di Tommaso Lupi e Armando Isoppo)
- Schede Battaglione “M. Vanni”, Battaglione “Matteotti-Picelli”, Battaglione “G. Maccione”
- Calendario “Lerici nella Resistenza. Libertà e diritti 70 anni dopo”, 2015. Biografia di Armando Isoppo
Gli inserimenti fotografici sono stati curati da Mauro Martone
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Note
[1] La Brigata “Gramsci”, comprendente appunto “Vanni”, “Matteotti-Picelli” e “Maccione” non va assolutamente confusa con il Battaglione “Gramsci”, che poi, proprio per evitare fraintendimenti di nome, ha preso quello di “G. Maccione” (v. “Battaglione G. Maccione”). Purtroppo però, per un certo periodo (dal dicembre 1944 al marzo 1945), coesistono le denominazioni di Brigata “Gramsci” e Battaglione “Gramsci”, con inevitabili problemi di individuazione. Solo piuttosto tardivamente, con o.d.g del 16 marzo 1945 emanato dalla Ia Divisione Liguria Picchiara, il Battaglione “Gramsci” viene dedicato all’eroico sappista Giuliano Maccione, suicidatosi, per non tradire sotto tortura i compagni di lotta, nelle terribili carceri dell’ex XXI° Fanteria alla Spezia.⇑
[2] Seguendo l’Archivio Storico I.S.R. La Spezia (Busta 291, foglio 2476) dal 20 dicembre 1944 il Raggruppamento Brigate Garibaldi si trasforma in Brigata Garibaldi “A. Gramsci” ⇑
[3] Nota biografica: Giovanni Albertini “Luciano”, nato alla Spezia nel 1910, diventa verso la fine del 1932 segretario della Federazione Giovanile Comunista clandestina. Arrestato nel 1933, è mandato al confino all’isola di Ponza. Operaio dell’Officina Motosi, rimasto in contatto con il P.C.I., dopo l’8 settembre 1943 esplica numerose attività, occupandosi, insieme ad Anelito Barontini, di acquistare la macchina che, dal dicembre 1943, renderà possibile l’attività di stampa clandestina per conto del C.L.N. alla Rocchetta di Lerici. Albertini è fra i primi a salire sui monti nell’ambito dei gruppi comunisti riconducibili a quella che sarà poi la Brigata “U. Muccini”. In tale ambito, dopo la fase trascorsa al Trambacco, segue Primo Battistini “Tullio” alle Prede Bianche. Trasferitosi Battistini nel Parmense, dopo le vicende di Valmozzola e della Banda “Betti”, compresi i cambi di Comando di essa, ritroviamo Albertini, in qualità di Commissario politico, ai primi di giugno 1944, a fianco di Battistini, fondatore e comandante della banda denominata “Signanini” (poi “Vanni”), confluita sotto il Comando Unico a fine luglio 1944. Dopo il rovinoso rastrellamento del 3 agosto 1944, essendo stato esautorato Battistini dal comando della “Vanni”, Albertini ricostruisce la formazione insieme a Duilio Lanaro “Sceriffo”, già comandante di distaccamento e nuovo comandante della Brigata. Lo stesso Albertini diventa ad un certo punto, per una brevissima fase, comandante della “Vanni”. Formalizzatasi la IV Zona Operativa nel dicembre 1944 e costituitasi la Brigata Garibaldi “A.Gramsci”, che raggruppa i Battaglioni “Gramsci”, “Vanni” e “Matteotti-Picelli”, Albertini ne diventa Comandante, permanendo in tale funzione fino alla Liberazione. (v. anche Battaglione “M. Vanni”; v. paragrafo “Lo spostamento dalle zone originarie al Trambacco” nella Brigata “U. Muccini” e v. Fonti). Può anche essere interessante consultare “Rapporto del Maggiore G. Lett sulla Missione Blundell Violet (Missione di collegamento britannico presso il Comando Unico Spezzino della Ia Divisione Liguria, IV Zona operativa) in Fiorillo, Maurizio, Tesi di Dottorato, Uomini alla macchia, partigiani, sbandati, renitenti, banditi e popolazione nella Lunigiana storica 1943-45, a.a. 2005, Appendice documentaria, dove è contenuto un giudizio su “Luciano”⇑
[4] Armando Isoppo “Ezio”: nasce a Solaro di Lerici (SP) nel 1906, operaio nel cantiere navale del Muggiano, entra nel 1933 nel Partito Comunista clandestino. Nel luglio 1943 fa parte del Comitato Federale Provinciale del P.C.I. ed è uno degli animatori della tipografia clandestina della Rocchetta di Lerici che, diretta da Tommaso Lupi, funziona dal dicembre 1943 e stampa documenti, appelli del C.L.N., del P.C.I. e di vari Comitati antifascisti. Ricercato a seguito degli scioperi del marzo 1944, di cui è uno fra i più attivi organizzatori, sfugge alla cattura, per trasferirsi poi presso la Brigata “Vanni”. Quando si costituisce nel dicembre 1944 la IV Zona Operativa e il Raggruppamento Brigate Garibaldi diventa Brigata Garibaldi A. Gramsci, Isoppo è Commissario politico di essa (Comandante è Luciano Albertini, v. Nota 4 della presente Scheda) e in tale funzione permane fino alla Liberazione. Sindaco di Lerici nel 1946 è riconfermato fino al 1959. (v. Fonti)⇑
[5] Archivio Storico I.S.R., La Spezia, Busta 434, Foglio 6354⇑
[6] I nomi di Albertini e Isoppo appaiono in chiaro in un documento da cui risulta il dislocamento e riferimento dei reparti della Brigata “A. Gramsci” alla Spezia nei giorni della Liberazione. (Archivio I.S.R. La Spezia, Busta 434, Foglio 6396). Il dislocamento in città è così articolato: Comando Brigata “Gramsci”: via Cernaia, scuola Elementare, ma poi si parla anche di viale Garibaldi; Battaglione “Maccione”: via M. Federici, ex Comando B.N.; “Matteotti-Picelli” e “Vanni”: Palazzo ex Presidio Militare⇑
[7] “Relazione sul periodo operativo dal 12 al 25 aprile 1945” del Corpo Volontari della Libertà Comando IV Zona Operativa, redatta dal Comandante Mario Fontana (in “Pietro Mario Beghi-Discorsi e scritti dal 1954 al 1966”, ISR La Spezia, 1972, p.147 e segg.)⇑
[8] Secondo il maggiore Henderson il numero sarebbe invece 150 (Fiorillo, Maurizio, Uomini alla macchia. Bande partigiane e guerra civile. Lunigiana 1943-45, Laterza, 2010, p.264)⇑