Politica e società locale, con qualche cenno regionale e nazionale
Chi siamo
Il Gruppo di lavoro è costituito da: Emanuele De Luca, Simonetta Lupi, Maria Cristina Mirabello, Giorgio Pagano, Tiziano Vernazza.
Sintesi e sistemazione della raccolta dati: Maria Cristina Mirabello.
Avvertenza:
– La raccolta schematica ha lo scopo di fornire un materiale di base su cui svolgere i percorsi che il lettore vorrà autonomamente compiere.
– La Cronologia è preceduta da pochi dati relativi al 1919 ed al 1920, per consentire un utile raccordo storico.
– La Cronologia è un’opera in progress, e quindi ideata per integrazioni documentate nel corso del tempo.
Fonti
Giornali/Riviste (in ordine alfabetico secondo il titolo): nello schema della Cronologia (quarta colonna) sono riportati titolo (trascritto per intero) e data di uscita.
- “Bandiera Rossa” (spoglio 1921 e 1922, a cura di Maria Cristina Mirabello), tramite CD pervenuto all’ISR spezzino, per g.c. dalla Biblioteca Civica Barrili di Savona; Giorgio Pagano, passim.
- “Il Libertario” (spoglio 1922 a cura di Simonetta Lupi) c/o Biblioteca Civica Mazzini-La Spezia; Giorgio Pagano, passim.
- “Il Popolo” (spoglio 1922 a cura di Simonetta Lupi) c/o Biblioteca Civica Mazzini-La Spezia; Giorgio Pagano, passim.
- “Il Secolo XIX” (spoglio 1922 a cura di Tiziano Vernazza) c/o Biblioteca Civica Mazzini-La Spezia; Giorgio Pagano, passim.
- “Il Tirreno” (spoglio del 1921, passim, a cura di Tiziano Vernazza) c/o Biblioteca Civica Mazzini-La Spezia; Giorgio Pagano, passim.
- “Il Tirreno” (spoglio 1922 a cura di Simonetta Lupi) c/o Biblioteca Civica Mazzini-La Spezia; Giorgio Pagano, passim.
- “Movimento Operaio e Socialista” (1956, 1957, 1958, 1962, 1963, 1971, 1972, 1973, a cura di Maria Cristina Mirabello); Giorgio Pagano, passim.
NB: gli articoli da giornali/riviste citati nelle varie colonne, se appartenenti allo spoglio sopra indicato, sono stati direttamente consultati dal gruppo di lavoro.
Libri, Pubblicazioni, Tesi di laurea, Memorie in ordine di data
(a cura di M. Cristina Mirabello e di Giorgio Pagano)
NB: In fondo alla enunciazione di ogni fonte viene segnalato come essa, in modo abbreviato, è in genere indicata nella Cronologia.
Libri/Pubblicazioni/Saggi
- Orlando Danese, Tutto è storia, Tipografia SIT, La Spezia, 1942; Danese.
- Mario Farina, Dal 1915 al 1922. Aspetti del movimento operaio alla Spezia, in Rivista storica del Comune, 1962-1963; Farina 1.
- Costantini, Claudio, I fatti di Sarzana nelle relazioni della polizia, in “I fatti di Sarzana, 21 luglio 1921-21 luglio 1971” attualmente in NEL CENTESIMO ANNIVERSARIO DEI FATTI DI SARZANA 21 luglio 1921-21 luglio 2021; Costantini.
- Ferro, Franco, “I fatti di Sarzana da ricerche sull’antifascismo alla Spezia negli anni 1919-1940” attualmente in NEL CENTESIMO ANNIVERSARIO DEI FATTI DI SARZANA 21 luglio 1921-21 luglio 2021; Ferro.
- Lupi, Tommaso, Episodi di violenza alla Spezia durante lo squadrismo, in La Resistenza nello Spezzino e nella Lunigiana, ISR Pietro “Mario” Beghi, 1973; Lupi.
- Ricci, Giulivo, Nel trentennale della Resistenza, Avvento del fascismo Resistenza e lotta di Liberazione in Val di Magra, ISR Pietro Mario Beghi, La Spezia, Lunigiana 1975; Ricci.
- Bianchi, Antonio, Storia del movimento operaio di La Spezia e Lunigiana, Editori Riuniti, 1975; Bianchi.
- Lotti, Laura, Attilio e gli altri con documenti e testimonianze, Lunaria, 1996; Lotti.
- Comune di Ortonovo, Comitato Unitario della Resistenza di Ortonovo, Istituto Storico della Resistenza. La Spezia, Ortonovo verso la democrazia (1922-1945). Per un archivio della memoria, Edizioni Giacché, 1998; Ortonovo verso la democrazia.
- Francescangeli, Eros, Arditi del Popolo. Argo Secondari e la prima organizzazione antifascista, Odradek, 2000, Francescangeli.
- Antonini, Sandro, Storia della Liguria durante il fascismo, De Ferrari, 2003; Antonini.
- Faro, Antonino (a cura di), L’impresa fiumana e l’avvento del fascismo (1918-1922). La Spezia nelle vicende del primo dopoguerra, Atti del Convegno di Studio, Salone della Provincia della Spezia, 21 maggio 2005; Faro.
- Ventura, Andrea, I primi antifascisti, Gammarò editori, 2010; Ventura.
Rossi, Marco, Arditi, non gendarmi! Dalle trincee alle barricate: arditismo di guerra e arditi del popolo (1917-1922), BFS Edizioni, 2011; Rossi. - Meneghini, Giuseppe, La Caporetto del fascismo, Ugo Mursia Editore, 2011; Meneghini.
- Meneghini Pino, Palumbo Alessandro, Pietro Arnaldo Terzi. Vita e morte di un Sindaco antifascista, Edizioni ANPPIA, 2015; Meneghini, Palumbo.
- Borrini, Riccardo, La Spezia in camicia nera, Storia documentata del fascismo spezzino dalle origini al tragico epilogo, Luna Editore, 2019; Borrini.
- Incoronato, Alberto, Storie del Romito. Dietro la lapide dei Barbantan, youcanprint, Lecce, 2020; Incoronato.
Tesi di Laurea
- Farina, Mario, Tesi di laurea sulle origini del fascismo alla Spezia (1909-1922), Appunti per una storia delle origini del fascismo alla Spezia, Relatore Armando Saitta, Università di Pisa, marzo 1958; Farina.
- Secchi, Luciano, Tesi di laurea Il ” biennio rosso” in un centro industriale del Nord (La Spezia, 1919-1920), Relatore Vittor Ivo Comparato, Università di Perugia, a.a. 1970-71, Secchi.
Saggi (on line)
- Pagano, Giorgio, “Gli Arditi del popolo dove il 1922 non piegò l’antifascismo” (“Patria Indipendente”, 8 aprile 2022); “Ma a Parma e a Bari no pasaràn” (“Patria Indipendente, 3 agosto 2022); “La marcia su Roma e le ultime ‘isole’ di resistenza” (“Patria Indipendente”, 10 ottobre 2022).
- Pagano, Giorgio, “Angelo Bacigalupi: intelligenza e passione di un socialista massimalista” (“Lerici in”, aprile 2022, maggio 2022, giugno 2022).
NB: nella Cronologia viene riportato, il nome, cognome dell’autore, titolo della rivista e data.
Memorie
- Carignani, Amedeo, Memoria autografa non edita; Carignani.
NB: su alcuni fatti compresi in Cronologia sono stati considerati anche articoli di Giorgio Pagano e di Alberto Scaramuccia pubblicati in Città della Spezia. Gli articoli di tali autori riportati in Cronologia sono segnalati con nome e cognome dell’autore, titolo, riferimento on line.
Archivio di Stato-La Spezia ASS
Sono stati consultati documenti dai seguenti Archivi:
- Archivio di Stato –La Spezia (Emanuele De Luca, Simonetta Lupi, Maria Cristina Mirabello, Giorgio Pagano).
- Archivio di Stato-Genova (Giorgio Pagano).
- Archivio Centrale dello Stato- ROMA (Emanuele De Luca, Giorgio Pagano).
Sono stati inoltre contemplati, ma non direttamente citati, i seguenti testi inerenti ai fatti di Sarzana del luglio 1921
- Chiurco A., “Storia della Rivoluzione Fascista 1919-1922”, vol. III, 1921
- Banchelli U, “Le memorie di un fascista, 1919-1923”, 1923
- Tonelli U., “I fatti di Sarzana”, “La libertà”, Parigi, 19 luglio 1930
- Gregori G, “L’eccidio di Sarzana”, 1931
- Chiurco A., “Panorami di realizzazione del fascismo”, vol. IV, 1942
- De Mola A., “Sarzana 21 luglio 1921”, in “Il Parlamento italiano vol. 10°, La crisi dello Stato liberale”, 1988
- Luciani G., “Ricordi 1914-1946”, 1992
- Franzinelli M., “Squadristi”, 2003
- Faccini L., “La storia come identità”, 2003
- Caffaz S., “Renato Ricci. L’uomo che Hitler voleva al posto di Mussolini”, 2006
I richiami agli autori della bibliografia vengono fatti, per rapidità, data la scorrevolezza dello strumento on line, senza la pagina di riferimento. Qualora ci siano più libri citati per uno stesso autore, si provvede a rendere comunque distinguibili i testi-fonte.
Chi ha curato la Cronologia non ha sempre citato, data l’essenzialità di essa, tutte le fonti di riferimento disponibili ed affidabili per tutti gli argomenti trattati, o, nel caso dello stesso contenuto per lo stesso autore, tutte le pubblicazioni da cui attingerlo, preferendo farne una selezione improntata in genere al principio di priorità, linearità, integrazione, economicità; in taluni casi sono state segnalate eventuali differenze tra Fonti.
Non essendo sorta fino al 1923 la Provincia della Spezia, il riferimento al nome Spezia è sempre privo dell’articolo determinativo.
La prima volta che in Cronologia viene citato un personaggio, di norma, viene indicato con nome e cognome per esteso, purché nome e cognome siano conosciuti; le sigle vengono esplicitate in genere solo la prima volta che compaiono.
Breve antefatto 1919 e 1920
Situazione locale con occasionali cenni più ampi
4 febbraio 1919: L’Avanti! (quotidiano nazionale) ed Il Libertario (periodico locale), testate giornalistiche importanti per gli avvenimenti del movimento popolare e democratico, riprendono le pubblicazioni (Incoronato).
23 marzo 1919: a Milano, Benito Mussolini fonda il movimento dei Fasci di combattimento. Il governo nazionale in carica è in questo momento presieduto da Vittorio Emanuele Orlando.
21 aprile 1919: si forma a Spezia il Fascio di combattimento, tra i cui fondatori sono gli avvocati Emilio Toracca ed il figlio Enzo, ed il giornalista Orlando Danese. Ci sono anche Ciro Corradetti, Bruno Ratti ed un gruppo di ex ufficiali nazionalisti con il Maggiore Viola (Fasoli ed Incoronato).
23 aprile 1919: manifestazione di protesta a Spezia contro l’assalto avvenuto il 15 aprile a Milano contro il giornale Avanti!, primo attacco squadristico fascista (Farina 1).
Giugno 1919: spariscono dal mercato generi alimentari ed aumentano in continuazione quelli dei viveri disponibili; per rispondere a questa situazione, che pesa fortemente soprattutto sulle classi popolari, la Camera Confederale del Lavoro, l’Unione Sindacale, la Sezione socialista ed i gruppi anarchici domenica 8 giugno organizzano un grande comizio al Teatro Politeama Duca di Genova, con corteo senza incidenti di rilievo; poiché il giorno 11 giugno però la Piazza del Mercato risulta del tutto sprovvista di frutta e verdura e poiché molti commercianti vengono individuati a Porta Rocca mentre rovesciano dai carri viveri provenienti dal territorio, nasce una manifestazione spontanea, la più grande mai verificatasi nella storia spezzina in cui circa 10 mila persone, tra operai usciti dalle fabbriche e popolazione, si dirigono verso il centro. In tale contesto, mentre aumentano, grazie al fatto che gli operai dell’Arsenale si uniscono a loro, i manifestanti, la polizia spara ed uccide due lavoratori dell’Arsenale, è ferito un maresciallo dei carabinieri, vengono ferite numerose persone, queste ultime contate sulla base di chi si è recato all’Ospedale, ma in realtà molte di più. Si forma un Comitato con socialisti, sindacalisti della Camera Confederale del Lavoro e gruppi di anarchici che proclama lo sciopero generale. Numerosi sono gli arresti effettuati. Le agitazioni, le proteste ed i saccheggi si estendono nella città, nelle periferie ed in molti luoghi del territorio. I moti per il carovita, con risonanza ed effetti nazionali (arrivano a Spezia numerosi esponenti nazionali sia socialisti che anarchici), vanno dall’11 al 17, lo sciopero ad oltranza proclamato il 12 dura fino al 17, i saccheggi si protraggono fino al 14. Il Comitato, unito fino alla sera del 15 giugno, si scinde però ad un certo punto, perché i socialisti indicano il lunedì 16 come data per ritornare al lavoro, mentre gli anarchici condizionano la fine dello sciopero all’ottenimento della liberazione di tutti gli arrestati. Comunque la notte del giorno 17 segna per tutti la fine dello sciopero. La repressione successiva è durissima, avendo il suo culmine un mese dopo i moti stessi, grazie all’impiego di più ingenti forze di Carabinieri che arrestano molti anarchici: tra essi Pasquale Binazzi che il 19 luglio 1903 aveva edito il primo numero del giornale Il Libertario (Secchi).
13 giugno 1919: alcuni dimostranti arrivati a Santo Stefano Magra da Spezia per tenere un comizio aggrediscono alle spalle i carabinieri che lo hanno proibito. Due carabinieri risultano gravemente feriti: uno di essi muore (Secchi cita Il Popolo del 21-6-1919).
19 giugno 1919: si dimette il Governo di Vittorio Emanuele Orlando e si forma il 19 giugno il Governo di Francesco Saverio Nitti.
15-16 luglio 1919: riaprono i negozi saccheggiati e rimasti chiusi per un mese. In tale circostanza fanno la loro prima comparsa i “poliziotti volontari”, primo embrione del futuro movimento squadrista (Farina 2 e Secchi, v. Il Libertario del 27-7-1919).
Estate 1919: lotte al Cantiere Ansaldo (il 28 luglio avviene una serrata) nel corso delle quali viene imposto come candidato socialista l’operaio Angelo Bacigalupi che poi sarà eletto deputato alle Elezioni politiche del novembre 1919 (Secchi).
12 settembre 1919- 23/28 dicembre 1920: Impresa di Fiume. Partecipano ad essa molti spezzini. Si sottolinea tale fatto perché indicativo di future possibili collocazioni degli stessi e comunque dei presupposti alla base di tale impresa nell’ambito delle vicende successive locali. I nomi di quelli appartenenti alla Regia Marina (ma per le altre armi non sono fruibili dati) risultano essere 25. Nel “Natale di sangue” cade a Fiume il sottotenente spezzino Mario Asso (Bruna La Sorda, negli Atti curati da Faro).
5 ottobre 1919: al Congresso dei Fasci a Firenze vanno come rappresentanti spezzini Orlando Danese, Amedeo Sommovigo, Lazzaro Rafuzzi (Danese).
Ottobre 1919: primo Fascio studentesco spezzino (Secchi).
Ottobre 1919: il governo organizza la Guardia Regia per reprimere le manifestazioni popolari, anche le più pacifiche (Incoronato).
10 novembre 1919: inizia le pubblicazioni il giornale Il Tirreno (Secchi).
Il giornale è portato a Spezia da Domenico Giachino, amico di Umberto Cagni, già Comandante in capo di Spezia, ottenendo il finanziamento di Ansaldo e Cerpelli (Farina 1).
16 Novembre 1919: elezioni politiche con suffragio universale maschile e voto proporzionale, a Spezia il PSI (Partito Socialista Italiano) ha il 39%, i Liberali il 25,14%, la Lista democratica il 12,53 %, il Partito Popolare il 9,56%, i Combattenti il 7,70 %, il Partito del lavoro il 5,56%.L’operaio Angelo Bacigalupi, eletto deputato, ha molti più voti dell’industriale Cerpelli, liberale e governativo. Bacigalupi, carpentiere, è il primo deputato socialista a Spezia. Quando viene eletto si forma a Spezia un grande corteo con bandiere rosse che lo accompagna in corteo per oltre 10 chilometri fino a Lerici ed alla Serra, dove abita. I fascisti non ottengono neppure un seggio (Fasoli; Secchi).
A livello nazionale il primo posto nei suffragi è del Partito Socialista, seguito dal Partito Popolare. I fascisti non conseguono alcun seggio.
3-4 dicembre 1919: sciopero generale di protesta contro l’aggressione avvenuta a Roma da parte di monarchici e nazionalisti contro deputati socialisti. A livello nazionale lo sciopero si svolge invece il 2-3 dicembre (Secchi).
19 e 20 gennaio 1920: sciopero dei ferrovieri, cui aderiscono i postelegrafonici, in occasione del quale sono arrestati e deportati all’isola Palmaria alcuni scioperanti. Viene proclamato lo sciopero generale ed il 23 sera vengono rilasciati i sottoposti ad arresto.
6 marzo 1920: al Teatro Politeama Duca di Genova, dopo un grande comizio, gli arsenalotti costituiscono un Comitato segreto, con Chiti ed Acerbi, per il San Bartolomeo, Alessandri (Bianchi cita Il Libertario dell’11 marzo 1920).
Dopo un comizio tenuto il 30 marzo 1920 nel quartiere operaio (via Milano), viene proclamato uno sciopero ad oltranza che dura dal 31 marzo al 5 maggio 1920; lo sciopero è preceduto da un comizio alla presenza di circa 10 mila persone tenuto nei cortili delle case comunali di via Milano (in cui parlano i sindacalisti Lombardelli, Danese, Chiti, l’anarchico Marzocchi ed il ferroviere Del Magro) ed è accompagnato da numerose iniziative di solidarietà; si conclude con l’accoglimento dei minimi salariali (Secchi).
7 marzo 1920: si costituisce a Milano la Confederazione generale dell’Industria (Confindustria).
Primo aprile 1920: la bandiera nazionale, che pende dal palazzo del Municipio di Sarzana, è strappata e sostituita dalle bandiere anarchiche, rosse e nere (Incoronato).
14 aprile 1920: il giornale Il Tirreno in tale data, ipotizzata l’impossibilità di trovare una soluzione parlamentare alla crisi politica nazionale, avanza la necessità di una soluzione extraparlamentare, scrivendo “meglio la dittatura militare di quella di una minoranza faziosa” (Secchi).
Primo maggio 1920: Al corteo, promosso da socialisti e Camera del Lavoro (i sindacalisti ed i repubblicani tengono loro comizi a parte) partecipano solo 300 persone, anche se lungo le strade a cura delle organizzazioni sindacali vengono venduti 50 mila garofani rossi (Secchi).
11 maggio 1920: cade il Governo di Saverio Francesco Nitti, che si riforma il 21 maggio.
13 maggio 1920: si ricostituisce definitivamente il Fascio spezzino con la partecipazione di Orlando Danese, Emilio Toracca, del capitano Ettore Viola (Farina).
20 maggio 1920: il Fascio spezzino, cui nel corso del 1920 aderiscono alcuni industriali quali Guido Bosero, Franco Antonelli e Dialma Terzi, che saranno i primi a guidare le squadre fasciste (Incoronato), si scontra con i socialisti in occasione dell’inaugurazione della Lega proletaria smobilitati e invalidi di guerra da parte del deputato socialista Misiano.
(Bianchi cita Il Tirreno del 1 giugno 1920)
Fascisti, guidati dal loro primo Segretario spezzino, Aldo Ratti, assaltano un corteo socialista che si snoda tra via Chiodo e l’angolo di via del Prione, interviene la polizia e ci sono 45 fermi.
(Bianchi cita Il Libertario del 3 giugno 1920)
28-29 maggio 1920: disordini e saccheggi a Sarzana cessati per l’intervento delle truppe militari (Il Popolo, 5-6-1920).
1 giugno 1920: Il Tirreno, a proposito dell’annunciata manifestazione socialista per l’inaugurazione della Lega proletaria tra mutilati con l’onorevole Francesco Misiano, socialista, pacifista, quale oratore ufficiale, pubblica un manifesto in cui i fascisti dicono che non sono tollerabili “rospi e carogne che turbino il cammino solare aperto dalle ali di aquile luminose” (Secchi).
3 giugno 1920: in tale data Il Libertario riporta notizia di un tafferuglio avvenuto a Spezia tra socialisti e fascisti causato dal fatto che un gruppo composto da fascisti, nazionalisti ed ufficiali irridono ad un corteo socialista (secondo Secchi si tratta probabilmente del primo scontro di questo tipo avvenuto a Spezia). Seguono 43 arresti.
4 giugno 1920: una quindicina di anarchici, tra essi Dante Carnesecchi, Abele Rizieri Ferrari e Mentore Giampaoli, (Incoronato) un gruppo di 60-70 persone, probabilmente anarchici (Secchi), verso le ore 13 assaltano, in accordo con le sentinelle, la polveriera di Vallegrande, prelevando armi e recandosi davanti alla Vickers Terni per invitare, senza esito positivo, i lavoratori alla rivoluzione, riparando quindi a Termo Alto e nei boschi di Arcola.
Viene fatta correre a bella posta, per creare tensione, la voce che a Spezia sarebbe stato visto il leader anarchico Errico Malatesta (Bianchi cita ASS, b6, rapporto 8 giugno 1920).
Nasce da ciò una forte ondata repressiva; in risposta ad essa viene proclamato uno sciopero generale (Farina) il 5 giugno 1920, che fallisce in città, mentre gira la voce che sarebbe stato peraltro avvistato un misterioso gruppo di 15 persone armate, e tuttavia non intercettate dalla polizia, sul Monte Parodi.
L’ammiraglio Solari fa arrestare alcuni operai dell’Arsenale (Bianchi cita ASS, b6, rapporto del 5 giugno 1920).
A due mesi dall’attentato si svolge, accompagnato dalla simpatia popolare verso gli imputati, nonché da uno sciopero degli stabilimenti industriali, il processo contro i 21 marinai che, essendo dentro la polveriera, sono accusati di non avere opposto resistenza. La sentenza condanna due sottocapi a 4 mesi di carcere con beneficio del perdono e degradazione e due marinai rispettivamente a 4 e 6 mesi di reclusione.
(Secchi).
9 giugno 1920: crisi del Governo di Saverio Francesco Nitti.
15 giugno 1920: si forma il Governo di Giovanni Giolitti.
29-30 giugno 1920: una quindicina di persone tenta l’assalto, non riuscito, al forte di Montalbano (Antonini). V. anche Alberto Scaramuccia “L’assalto a Montalbano”.
Fine luglio-inizio agosto: si registra a Spezia un forte movimento con rivendicazioni salariali alla FIAT San Giorgio, esteso rapidamente alle altre fabbriche.
4 agosto 1920: I lavoratori dell’Ansaldo San Giorgio entrano per primi in sciopero alle ore 13 (Secchi).
17 agosto 1920: i sindacalisti dell’Unione Sindacale si riuniscono a Convegno nazionale nella sede di viale Savoia (oggi viale Ferrari), a Spezia, per lanciare l’idea del “possesso” degli stabilimenti o almeno l’ostruzionismo; si intensificano forme ostruzionistiche in vari stabilimenti (Secchi).
Fine agosto 1920: situazione esplosiva nelle fabbriche in corrispondenza alla rottura delle trattative nazionali tra FIOM CGIL (Federazione Italiana Operai Metallurgici, Confederazione Generale Italiana del Lavoro) e industriali meccanici e metallurgici.
24 agosto 1920: parte l’ostruzionismo all’Ansaldo ed alla Terni. L’ostruzionismo procede così da diventare un vero e proprio sciopero bianco. In questi giorni al Cantiere Ansaldo viene innalzata una bandiera rossa su un piroscafo in costruzione (Secchi).
27 agosto 1920:imponente comizio a Spezia al Teatro Politeama Duca di Genova alla presenza di circa 4 mila persone, nel corso del quale parlano l’onorevole Bacigalupi, operaio dell’Ansaldo, Il fratello del direttore de l’Avanti! onorevole Lucio Serrati, l’avvocato Bronzi per il PSI, Giovannetti per l’USI, Lombardelli per la Camera del Lavoro. Durante tale comizio è inviato un saluto agli anarchici Binazzi e Balduini incarcerati. Anche gli operai dell’Arsenale (in data 26 ed in un’assemblea all’Unione Fraterna sotto la presidenza di Luigi Alessandri) e con gli interventi di Ezio Casabona, Costante Danesi, Chiti, Alceo Bertone e Lamberti, si sono pronunciati per la lotta intransigente (Bianchi).
31 agosto 1920 (notte): gli operai dell’Ansaldo occupano gli scali per evitare la serrata (Secchi).
1 settembre 1920: Inizia l’occupazione all’Ansaldo definito dalle maestranze “Cantiere dei Soviet” (dove Achille Vallelunga organizza un corpo di “guardie rosse”), alla Wickers Terni, alla Cerpelli; nel pomeriggio la Sezione metallurgici impartisce l’ordine di occupare tutte le fabbriche (Secchi).
2 settembre 1920: viene occupata la Pertusola (Secchi).
Il 4-5 settembre 1920: i metallurgici occupano nei primi giorni di settembre tutti gli stabilimenti in Italia, a Milano si riunisce il direttivo CGIL e la direzione PSI che pongono l’obiettivo del “controllo sulle aziende per arrivare alla gestione collettiva e alla socializzazione di ogni forma di produzione” (Bianchi cita ASS, b6, lettera del 19 agosto 1920).
5 settembre 1920: viene occupata la miniera di Luni (Secchi).
6 settembre 1920: viene firmato un primo accordo di tipo economico-salariale al Cantiere Miglietta, a proposito del quale Il Libertario esprime il giudizio che sia intempestivo (Secchi).
L’ occupazione delle fabbriche viene dunque già indebolita dopo la prima settimana di lotta al Cantiere Miglietta, dove è stipulato un accordo meramente economico dalla CdL (Bianchi cita il Tirreno dell’11 settembre 1920). Tra l’altro i dirigenti anarchici, che avrebbero potuto pesare per una conduzione più incisiva della lotta, non possono esercitare alcuna influenza perché incarcerati a seguito dell’episodio della polveriera di Vallegrande.
Sempre a tale proposito va citato il fatto riportato da Farina (v. Il Tirreno del 7-9-1920) che l’onorevole Angelo Bacigalupi, uno dei principali dirigenti della lotta, ha contatti con la direzione del Cantiere Muggiano per far uscire i ruoli paga, al fine di permettere il computo delle paghe stesse in vista di una soluzione economica della vicenda, pur recedendo poi da tale posizione a causa dell’opposizione degli operai.
19 settembre 1920: a Roma, Bruno Buozzi per la CGIL firma l’accordo definitivo che prevede forti aumenti salariali ma, dal punto di vista politico, non raggiunge gli obiettivi prefissati.
Il così detto “lodo Giolitti”, tra imprese, CGIL e governo, pone fine dunque alla fase ascensionale del movimento comunque disomogeneo a livello generale. Esso prevede: aumenti di salario, indennità di licenziamento, notevoli miglioramenti per i minimi salariali, ferie annuali e percentuali sulle ore di lavoro straordinario.
A Spezia si registrano forti malcontenti sull’accordo, come riportato da Il Libertario del 23 settembre (Secchi).
21 settembre 1920: ormai in una fase calante, vengono occupati lo Jutificio Montecatini (secondo Carignani grazie ad un giovane di circa una ventina di anni, tale Ongaro) e le Fornaci italiane.
Anche gli operai dei Cantieri Miglietta rioccupano il loro stabilimento (Secchi).
24 settembre 1920: si tiene il referendum. Il risultato è abbastanza contrastato ed in due fabbriche si decide addirittura di non votare, Wickers Terni e Cantieri Miglietta (Secchi).
28 settembre 1920: Achille Vallelunga firma un manifesto rivolto alle “guardie rosse” del Muggiano in cui respinge qualsiasi tentativo di accordo (Secchi).
28 settembre 1920: oltre 150 carabinieri compiono retate nella periferia di Spezia, arrestando numerose persone e facendo molte perquisizioni (Secchi).
6 ottobre 1920: all’Ansaldo, dove l’occupazione è già cessata dal 2 ottobre, ma, essendosi verificati episodi di tensione, lo stabilimento è stato occupato militarmente nella notte tra 4 e 5 ottobre, si arriva alla firma di un patto di pacificazione siglato tra l’ing. Lardera per la Direzione ed il Sottoprefetto Egisto Terzi, da una parte, Agostino Bronzi, Angelo Bacigalupi e E. De Luigi per i lavoratori dall’altra (Secchi).
9 ottobre 1919: viene sgomberato definitivamente lo stabilimento Wickers Terni (Secchi).
31 ottobre / 7 novembre 1920: si tengono le Elezioni amministrative, a doppio turno, con sistema maggioritario: il clima, dopo l’occupazione delle fabbriche, è cambiato a sfavore dei partiti della classe operaia. Vince il Comitato di concentrazione democratica (liberali, nazionalisti, fascisti, alcuni esponenti repubblicani e radicali) con alla testa l’ex repubblicano Ezio Pontremoli ed il liberale Giuseppe Falconi, che ottiene 5.488 voti, i socialisti hanno 1.422 voti, i Popolari conseguono 1.422 voti (questi ultimi in netto aumento rispetto alle elezioni politiche precedenti).
A seguito delle Elezioni il 16 novembre 1920 è nuovo Sindaco Ezio Pontremoli. Forte è stata la propaganda astensionista (v. Il Libertario del 4 novembre 1020 che commenta il fenomeno dell’astensionismo in senso positivo).
1 novembre 1920: un gruppo di fascisti assalta (ma è respinto) la Camera del Lavoro (Farina e Secchi).
4 dicembre 1920: i fascisti provocano tumulti in Consiglio Comunale ed impediscono la votazione di un odg che propone di allacciare relazioni commerciali con la giovane Repubblica sovietica (Secchi).