Il gioco è una narrazione e può essere storica se nella parte discorsiva si riesce ad attivare il pensiero su un determinato fatto del passato.
Il gioco è composto da parole, gesti e contatto, sia fisico e sia visuale, ma è soprattutto attraverso l’esperienza personale che il gioco porta le persone coinvolte a sviluppare delle domande, compiere delle scelte e delle azioni contro-fattuali capaci di creare un vero e proprio cambiamento del modo di pensare una determinata cosa.
In aggiunta, l’ambito ludico collegato alla Storia porta il pubblico non specializzato ad informarsi in modo nuovo e creativo su un determinato argomento, che raramente salta alla cronaca durante la nostra vita.
Ludostoria si pone questi obiettivi e fornisce al giocatore le chiavi per apprendere da protagonista dell’azione e quindi della Storia, fornendogli al contempo un metodo e dei principi basilari.
Questi media possono essere un vero e proprio valore culturale per far nascere un percorso storico utile a conoscere nozioni, metodi storiografici e alcuni contesti nel mondo.
Nell’ambito delle due giornate svoltesi presso il Centro Studi sono stati presentati giochi di ruolo legati al mondo partigiano e alle tematiche della persecuzione, della guerra e della deportazione con un grande grado di immersività.
L’Associazione “La Forgia del Tempo”, nella figura di Marcello Andolina (presidente consiglio direttivo) e Luca Mariano (collaboratore centro studi “Memoria in Rete”), hanno fornito i giochi e il personale presso il centro studi Memoria in Rete.”