A cura di ISR La Spezia
Il mese di febbraio 1945 vede il ritorno delle formazioni partigiane sulle posizioni occupate prima del grande rastrellamento del 20 gennaio 1945, ultimo grande (e fallito) tentativo nazifascista di sconfiggere la Resistenza in IV Zona Operativa.
Va osservato che, insieme ai morti nel rastrellamento, e sulla scia di quest’ultimo, registriamo altri caduti. Avvenendo inoltre a febbraio nuovi episodi di scontri armati e imperversando la repressione in città, ad opera specialmente del questore Emilio Battisti e della banda di Aurelio Gallo, si registrano ulteriori vittime.
Eccone alcune: sulla scia del rastrellamento, in quanto presi prigionieri sul Monte Dragnone (Zignago), vengono fucilati, il 3 febbraio 1945, alla Chiappa, Ezio Grandis e Giovanni Pagani.
A metà mese drammatica è la rappresaglia messa in atto dai tedeschi a Follo, dove, a seguito di un casuale scontro avvenuto il 14 febbraio 1945, in cui sono coinvolti due tedeschi (uno rimane ucciso e uno è gravemente ferito), il 15 febbraio 1945, quattro partigiani, Sante Gattoronchieri, Alcide Paita, Vasco Pieracci, Albino Pietrapiana, prelevati dal carcere spezzino sito nella caserma dell’ex XXI° Reggimento, vengono impiccati con filo di ferro, per ordine del comandante tedesco di Ceparana. Appesi agli alberi del viale attualmente denominato via Brigate Partigiane davanti agli occhi terrorizzati della popolazione, la quale è stata appositamente radunata e costretta ad assistere all’esecuzione sotto la minaccia di tre mitragliatrici, i corpi sono lì lasciati fino al 17 Febbraio. La rabbia tedesca si sfoga bruciando anche alcune case e sparando da Ceparana su Follo Alto (rimane così ucciso un anziano, Simonelli Attilio).
Sull’episodio di Follo e antefatti di esso.
A Migliarina, il 5 febbraio 1945, viene ucciso in un agguato Gino Camaiora, vicecomandante del Battaglione “Matteotti-Picelli”.
Si suicida infine il 24 febbraio 1945, nel già nominato e tristemente noto carcere dell’ex XXI° Reggimento, il capitano della Marina Militare Renato Mazzolani: capo delle SAP cittadine per conto di GL, catturato nel dicembre 1944, sottoposto a torture e a ricatti riguardo alla sua famiglia, si toglie la vita per non mettere in pericolo chi agisce nella rete clandestina.