Dopo una breve malattia si è spenta Vega Gori “Ivana”, protagonista della Resistenza spezzina. Siamo vicini a Maria Cristina Mirabello, vice Presidente dell’ISR e alla sua famiglia.
Vega Gori, ultima di tre figli, nasce a Casalmaggiore (Cremona) nel 1926, da genitori di origini toscane. L’antifascismo del padre, costretto a cambiare di frequente lavoro, spesso trasferendosi da un luogo all’altro, determina per la famiglia una situazione di grande precarietà. È così che i Gori, dopo molte peripezie, arrivano infine a Vezzano Ligure (La Spezia), dove si fermano. Ed è alla Spezia, dopo l’8 settembre 1943, che Vega, giovanissima, aderisce alla Resistenza, prendendo il nome di “Ivana”. Inquadrata nella Brigata S.A.P., da cui è congedata alla Liberazione con il grado di maresciallo, l’autrice, che opera proprio «dentro il cuore della rete clandestina», ricorda commossa la stagione della Resistenza come «la fase più importante della mia vita, quella che le ha dato luce, arricchendola degli ideali di libertà, giustizia, umanità solidale, che spero di avere in qualche modo comunicato a chi mi è stato vicino». Dopo la Liberazione “Ivana”, che lavora fino al 1949, si sposa con Giuseppe Mirabello “Apollo”, medaglia di bronzo al V.M. per la Resistenza spezzina e poi, fino alla prematura morte, funzionario-dirigente del PCI, dedicandosi completamente alla figlia Maria Cristina, coautrice del libro: “Ivana” racconta la sua Resistenza: una ragazza nel cuore della rete clandestina (Edizioni Giacché, La Spezia 2013).